Con Vulnerabili il regista francese Gilles Bourdos ci vuole raccontare vicende molto attuali come i rapporti genitori-figli e l’amore sotto vari punti di vista. Tutto questo si intreccia in tre storie intime, violente e ben stilate.
Josephine (Alice Isaaz) e Tomasz (Vincent Rottiers) sono dei giovani sposi apparentemente felici e molto innamorati, peccato però che la realtà sia molto diversa. Il ragazzo la picchia, la umilia verbalmente e la rende una prigioniera nella loro casa privandole della libertà di uscire senza il suo permesso. Lei d’altro canto è completamente inerme e rifiuta persino l’aiuto dei genitori (Grégory Gadebois e Suzanne Clément), inventando per loro banali scuse per mascherare la cruda realtà.
Poi c’è Mélanie (Alice de Lencquesaing), giovane studentessa universitaria che convive col suo compagno più anziano di ben 38 anni e suo professore (Carlo Brandt). La ragazza è rimasta incinta e vorrebbe convolare a nozze a breve. Mélanie non vive con i genitori da diverso tempo e trova molta difficoltà ad affrontare questioni di quel tipo con il padre (Eric Elmosnino). Viceversa è lui stesso a faticare a raccontarle e spiegarle che sta divorziando da sua madre.
L’ultima storia raccontata è quella di Anthony (Damien Chapelle). Il ragazzo trova molta difficoltà a tuffarsi nel mondo degli adulti: si rifiuta di laurearsi cercando di far proseguire i suoi studi e prende molte porte in faccia per quanto riguarda le relazioni amorose senza uscirne diligentemente. Anthony nello stesso tempo deve affrontare il problema della madre (Brigitte Catillon) e del mantenimento della loro casa. La mamma viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico dopo esser stata abbandonata dal marito per una donna molto più giovane, bella e seducente di lei.
Un intreccio che “intreccia” poco
I dialoghi del film sono ben strutturati e riescono a presentare il vero stato emotivo dei personaggi. La sceneggiatura non riserva pari trattamento a tutti i protagonisti ma sembra favorire chi più le aggrada. Questo si vede soprattutto dal finale affrettato (di cui parleremo di seguito) e dal fatto che gli unici intrecci tra le varie storie sono: il momento in cui il padre di Mélanie si incontra con Tomasz nel corridoio dell’appartamento e successivamente con Josephine alla quale da il consiglio di farsi forza ed andare a denunciare la violenza che è costretta a subire da suo marito; il momento in cui Tomasz va sotto casa di Anthony per distruggergli l’auto per l’incidente subito al suo pick up.
La regia di Giles Bourdos riesce però a giostrarsi tra i vari episodi ed i relativi personaggi tra cui spicca la bellissima bionda Alice Isaaz. La sua storia è purtroppo molto comune a molte donne: un compagno violento che la picchia, la umilia, la allontana dai suoi genitori e dagli amici, annulla completamente la sua volontà. Lei d’altro canto vorrebbe rifiutarsi, farsi aiutare e denunciarlo (come presentato bene in una scena specifica nel film) ma non riesce. Tutto questo perché è intrappolata in questo amore tossico e pensa che lui cambierà, che le chiederà scusa e che non l’ha mai fatto apposta.
Riconosciamo bravi nei ruoli di contorno interpreti del calibro di Suzanne Clément e Grégorie Gadebois. La loro interpretazione è riuscita a dare quel tocco in più di drammaticità che ha arricchito ancor di più questo film.
Una conclusione non all’altezza
Uno degli aspetti che ci ha lasciati più sbigottiti in maniera negativa, in un film complessivamente molto interessante, è stato il finale, il quale risulta molto affrettato e senza alcun nesso logico con le storie raccontate nel resto del film. Altro aspetto negativo di questa risoluzione è la mancata connessione con le scene avvenute poco prima: si passa da un momento cruciale e importante ad un finale “e tutti felici e contenti” senza dare spiegazioni di cosa è successo nel mentre. Forse l’autore si era accorto di aver dato troppa importanza alla storia di Josephine rispetto le altre e ha preferito dettagliare di più gli epiloghi delle storie di Anthony e di Mélanie.
Forse Vulnerabili avrebbe dovuto concentrarsi solo sulla storia di Josephine e Mélanie ed evitare un terzo racconto che poco ci incastra con gli altri, senza inoltre soffermarsi sulla sotto trama di Anthony, decisamente poco cruciale per lo sviluppo dell’intreccio.
Questo film ci lascia tanti quesiti a cui è difficile rispondere: Che cos’è veramente l’amore? Quando un amore può definirsi vero? Per quale motivo la nostra società non riesce a trovare una soluzione a questo grande problema pur disponendo di tutti i mezzi necessari? Vulnerabili è davvero consigliato e si aggiunge a una sempre piacevole lista di opere recenti del cinema francese quali Alice e il Sindaco e Due Amici.