Made in Italy è un film del 2018 scritto e diretto dal celeberrimo cantautore Luciano Ligabue, alla sua terza regia dopo il cult Radiofreccia (1998) e il meno riuscito Da zero a dieci (2002). La storia e i personaggi del film sono basati sull’omonimo concept album dello stesso Ligabue, pubblicato nel 2016. I protagonisti della pellicola sono Stefano Accorsi e Kasia Smutniak, accompagnati da altri validi interpreti nostrani come Walter Leonardi e Fausto Maria Sciarappa.
Riko (Stefano Accorsi) è un semplice e onesto uomo di mezz’età emiliano, che si arrabatta per condurre un’esistenza dignitosa, frustrato da un lavoro che non lo soddisfa più in un salumificio locale, dai problemi economici legati al mantenere la storica casa di famiglia e da un rapporto sempre più difficile con la splendida compagna Sara (Kasia Smutniak), madre del suo unico figlio Pietro (Tobia De Angelis). I momenti più felici e spensierati della sua vita sono quelli passati insieme agli amici di sempre, ovvero il collega Max (Walter Leonardi) e l’artista con il vizietto del gioco d’azzardo Carnevale (Fausto Maria Sciarappa). Dopo anni di insoddisfazione e attesa di miglioramenti, Riko decide di riprendere in mano la sua vita e di diventare artefice in prima persona del cambiamento da lui tanto auspicato.
Made in Italy: la sincera e appassionata dichiarazione d’amore all’Italia di Luciano Ligabue
A 20 anni di distanza dal sorprendente Radiofreccia, Luciano Ligabue sceglie ancora la sua Emilia per fotografare una generazione, con i suoi disagi, le sue difficoltà, ma anche con i suoi valori positivi e con un pizzico di incrollabile speranza. Siamo lontani dagli anni ’70 straordinariamente raccontati dal cantautore nel suo esordio cinematografico, in bilico fra miti americani, ricerca di se stessi e scontri generazionali, ma in qualche modo ci sembra di ritrovarne sia la malinconica e allo stesso tempo passionale atmosfera, sia lo spirito dei personaggi, ora più adulti e maturi, ma afflitti dalla medesima frustrazione, scaturita da un mondo che è cambiato intorno a loro, imprigionandoli in un’esistenza costretta e amorfa, ma senza riuscire e privarli della gioia per le piccole cose, come una partita a carte fra amici o l’ennesima avventura nella notte della pianura padana.
Made in Italy è innanzitutto una sincera e appassionata dichiarazione d’amore di Luciano Ligabue per il proprio Paese, mostrato senza filtri con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni, ma contemporaneamente esaltato per la sua intramontabile bellezza e per l’indomabile spirito della gente comune, capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di superare con il sudore della fronte problemi e ingiustizie. In un cinema sempre più in mano a supereroi e a sempre più ripugnanti villain, il rocker emiliano compie una scelta coraggiosa e in controtendenza, ripartendo dall’ordinario, da una terra che conosce come le sue tasche e da un gruppo di personaggi veri e onesti, capaci di farsi trascinare verso il baratro dai loro difetti e dai loro sbagli, ma anche di riconnettersi con i propri affetti e le proprie radici e farsi forza per risalire la china.
Made in Italy è anche una profonda riflessione sull’utilità e la necessità del cambiamento
Ligabue costruisce intorno ai luoghi a lui più cari e alle più iconiche località italiane un ragionamento profondo ma mai artificioso sul concetto di cambiamento, descritto non solamente come una necessità dovuta a una realtà sempre più precaria sia dal punto di vista lavorativo ed economico sia da quello degli affetti, ma anche come un’opportunità per riconsiderare la propria intera esistenza sotto una luce nuova, capace di infondere la spinta e il coraggio per aprirsi verso qualcosa di nuovo e non necessariamente in contrasto con le proprie radici, i propri affetti e le proprie conoscenze. Il puro attaccamento del regista verso la propria terra si riflette sui personaggi, che, anche grazie a un sapiente utilizzo della tipica schiettezza emiliana trasmettono costantemente la crescente fragilità della classe operaia italiana, sempre più afflitta dagli spettri di licenziamenti e tagli di stipendi e di diritti, con l’agognata pensione diventata ormai uno sfuggente miraggio.
Quella di Riko e Sara è una storia d’amore come tante, fatta di alti e bassi, tradimenti, furenti litigate e improvvise riconciliazioni, resa vera, naturale e accessibile dall’attenta scrittura di Ligabue e dalle intense interpretazioni di Stefano Accorsi e Kasia Smutniak, veri e propri valori aggiunti di Made in Italy. Stefano Accorsi dimostra nuovamente le sue spesso sottovalutate doti attoriali nella caratterizzazione del personaggio di un uomo logorato dal tempo e dalla vita, sospeso fra lunghi silenzi e improvvisi scatti d’ira, costretto a guardare il futuro ma incapace di lasciarsi completamente alle spalle il proprio passato e i propri affetti. L’attore bolognese riesce a calibrare emozioni ed espressioni e a rendere abilmente i mutevoli stati d’animo di Riko e il suo ondivago percorso esistenziale, in un continuo saliscendi di insicurezze, epifanie, gioie e dolori.
Made in Italy si avvale della splendida prova di una sempre più convincente Kasia Smutniak
La Sara di Kasia Smutniak d’altro canto sorprende per la sua forza e per la sua fragilità, per l’abilità nel verbalizzare le difficoltà della coppia e contemporaneamente nell’essere un forte e silenzioso sostegno di Riko e per la capacità di essere al tempo stesso imperfetta e asse portante della famiglia. La prima donna centrale nella filmografia di un cantautore da sempre attento alla descrizione dell’universo femminile come Ligabue trova così la sua perfetta rappresentazione nell’attrice di origini polacche, che dopo i recenti successi (Perfetti sconosciuti su tutti) possiamo ormai annoverare fra le stelle più luminose del cinema nostrano.
Un doveroso plauso anche a interpreti secondari come Walter Leonardi, Fausto Maria Sciarappa e Tobia De Angelis (fratello minore della Matilda di Veloce come il vento), perfetti nel dare corpo e volto a quel pittoresco universo di personaggi rustici, genuini e contraddittori che abbiamo imparato a conoscere nelle canzoni e nei film di Luciano Ligabue.
Made in Italy: Cambia tu, invece di aspettare il cambiamento
I personaggi di Made in Italy e l’approccio onesto e caloroso del regista rendono meno evidenti e incisivi gli aspetti meno riusciti del film, come qualche eccesso di retorica nella fase finale, un paio di evitabili forzature narrative (l’altisonante intervista televisiva di Riko) e tecniche (un passaggio montato in stile videoclip) e la non sempre perfetta amalgama fra immagini e colonna sonora, che a tratti appare troppo condizionata dall’omonimo album, nonostante l’indubbio apporto di pezzi come Un’altra realtà e Non ho che te. Nonostante qualche piccolo difetto, il Ligabue regista continua però a sorprendere per la confidenza con il mezzo, per l’autorevolezza nelle scelte tecniche (come alcuni primissimi piani perfetti per scandagliare lo stato d’animo dei personaggi ed esaltare le prove degli interpreti) e per la coerenza nel mettere in scena frammenti di vita e sentimenti, senza però mai imboccare lo spettatore o assumere una netta posizione sulle vicende.
In un momento di tensioni sociali, crescente insoddisfazione e tragica rassegnazione, pur con alcune imperfezioni Made in Italy riesce a toccare le corde del cuore dello spettatore, mettendo in scena con sincerità e amore punti deboli e pregi di un Paese forse un po’ più povero e meno rigoglioso del passato, ma ancora forte di una qualità che né il tempo né le crisi economiche possono scalfire, ovvero la passione e la forza interiore del suo popolo. Dopo troppi anni dall’ultimo film, Luciano Ligabue torna a dare voce alla normalità e all’ordinarietà, rivolgendosi a quella parte di società che invece di cercare delle solide basi su cui ripartire e progredire si lascia arrendevolmente andare a rancori, piagnistei e inutili polemiche e concentrando nel semplice e fondamentale motto Cambia tu, invece di aspettare il cambiamento un racconto vero e appassionato, che il nostro cinema purtroppo produce sempre più raramente.
Made in Italy arriverà nelle sale italiane il 25 gennaio, distribuito da Medusa.