Abbiamo avuto modo di vedere e apprezzare Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, come la stessa Accademy ha apprezzato, candidando il film in cinque categorie: Miglior film, Miglior attore protagonista (Timothèe Chalamet), Miglior canzone originale (Mistery of love di Sufjan Stevens) e Migliore sceneggiatura non originale (James Ivory).
Forse l’emozione o la febbre da Accademy Awards stanno ispirando la creatività di Guadagnino, stanno ampliando i suoi sogni e hanno portato il regista italiano a riflettere su una quarantina di pagine del romanzo di André Aciman (da cui il film è un adattamento) che non hanno avuto spazio nel film e che potrebbero essere un trampolino di lancio per un sequel, non perché ce ne sia un reale bisogno, ma perché il regista trova sia una chiamata artistica che porterebbe ad interessanti scenari.
Se Chiamami col tuo nome è la storia di formazione di un uomo, Elio, il suo seguito potrebbe interrogarsi sulla collocazione di quest’uomo nel mondo. Cosa è cambiato in lui? Quali desideri ci sono nel suo presente? Questa ricerca del proprio posto nel mondo potrebbe essere un espediente narrativo interessante per parlare di tematiche politiche e sociali importanti, dai diritti LGBTI all’AIDS e Guadagnino non esclude un’ambientazione diversa, come la Berlino del 1989.
Sono idee ed ipotesi che potrebbero confermarsi o sfumare dopo la notte degli Oscar, ma il regista palermitano ha promesso che se mai ci sarà un secondo capitolo sarà “qualcosa alla Truffaut” ed ha fiducia sui personaggi di Elio (interpretato da Chalamet) e Oliver (Armie Hammer), sulle possibilità che possono offrire per raccontare, per insegnare e crescere.
Guadagnino, Chalamet e Hammer sono pronti ed entusiasti all’idea di poter lavorare a un sequel, ma per ora i progetti futuri possono aspettare e noi possiamo goderci il film al cinema, arrivato sugli schermi dal 25 gennaio.