Uscirà nelle sale il 22 marzo, distribuito da Cinema di Valerio De Paolis, l’ultimo lavoro di Sean Baker: Un sogno chiamato Florida.
Il film, prodotto da June Pictures, ha raccolto una pioggia di consensi dalla critica: è stato inserito in numerose classifiche tra i migliori film del 2017.
Per quanto riguarda il cast, invece, l’attore Willem Dafoe è stato candidato all’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista mentre Brooklynn Kimberly Prince (7 anni) è stata dichiarata l’attrice rivelazione dell’anno, piazzandosi al primo posto della classifica di Indiewire per la Miglior Performance Femminile del 2017.
Presentato alla Quinzane des Realisateurs, il film è stato proiettato in numerosi festival in giro per il mondo, da Toronto a Londra, fino a Torino dove è stato il film di chiusura.
Un sogno chiamato Florida è ambientato a Orlando, una tra le mete turistiche più gettonate degli USA, dove si trova il parco tematico Disney World. Proprio in funzione di quest’ultimo, sono sorte numerose strutture destinate ad accogliere i turisti. Sembra di avventurarsi in un mondo fiabesco fatto di colori sgargianti e di edifici caratteristici, tra cui spiccano il Futureland Inn e il Magic Castle Hotel, dove vivono la protagonista Moon detta Moonee insieme a sua madre Halley. L’incantesimo, però, è presto spezzato: in seguito alla crisi economica, i motel lungo la strada statale che porta alla città sono abitati da famiglie che non possono permettersi un appartamento vero.
Tra queste ci sono le famiglie di Moonee, Scooty e Jancey, tre bambini che, nonostante la loro condizione economica sfavorevole, riescono a godere appieno della spensieratezza dell’infanzia, lanciandosi in numerose avventure, mentre i loro genitori cercano di sopravvivere con ogni mezzo.
In particolare Halley, la madre di Moonee, per racimolare qualche soldo inventa stratagemmi al limite della legalità, che le costeranno molto cari. L’unico che cerca di mantenere ordine all’interno della struttura è il manager Bobby (Willem Dafoe), il tipico “orso” dal cuore d’oro.
Il soggetto del film è ispirato dalla realtà: la vita sulla Bronson Memorial Highway (meglio conosciuta come US Highway 192) si svolge esattamente come narrato dal regista. Dietro la sceneggiatura, infatti, c’è un lavoro di ricerca molto curato fatto soprattutto di sopralluoghi sul posto. Il personaggio di Bobby è ispirato dal responsabile di un motel con cui il regista Sean Baker e il co-sceneggiatore/produttore Chris Bergoch hanno avuto a che fare durante uno dei loro viaggi.
Il paesaggio che fa da sfondo alla narrazione è ammaliante, e curato nei minimi dettagli. Il direttore della fotografia Alexis Zabé definisce l’estetica di questo film come un gelato al mirtillo con un che di aspro, riferendosi in particolare al Magic Castle Inn, un edificio completamente dipinto di viola acceso, con alcune finiture color panna. Il sapore amaro è dovuto al fatto che la realtà è ben lontana dall’apparente e disneyana spensieratezza del posto.
Il lavoro dietro al film è stato lungo e ben ponderato: nel 2016 sono iniziati i casting per gli attori e sono stati portati avanti in maniera singolare soprattutto per quanto riguarda i personaggi di Halley (Bria Vinaite), che è stata scoperta e contattata via Instagram e Scooty (Christopher Rivera), un bambino che viveva in uno dei motel visitati dal regista. I nomi di Willem Dafoe e Brooklynn Prince, invece, si sono rivelati essere una garanzia e soprattutto essenziali per il successo del film.
Sin dal primo fotogramma del film è come se la piccola Moonee prendesse per mano lo spettatore, trascinandolo con un entusiasmo quasi prepotente all’interno del suo mondo. È davvero impossibile non affezionarsi a lei e non essere un po’ tristi quando, alla fine del film, si è costretti a dirle addio.