Sono passati circa cinquant’anni dall’uscita di Ben-Hur, uno dei colossal in costume più famosi della storia, tratto come molti altri film da un romanzo della fine dell’800 di Lew Wallace, intitolato Ben Hur: A Tale of the Christ. Siamo nell’era dei reboot, e questo classico a quanto pare non poteva mancare all’appello. Così Timur Bekmambetov ha preso in mano la situazione, ed ha cercato di far diventare il colossal per antonomasia un colossal contemporaneo. La domanda che mi sono posto fin da principio è stata la seguente: “Ne sentivamo davvero il bisogno?“.
Messala (Toby Kebbell) e Giuda Ben-Hur (Jack Huston) sono due fratelli, anche se non di sangue. La famiglia di Ben-Hur è infatti ricca ed ebrea – ci troviamo a Gerusalemme – mentre Messala è un romano da loro adottato. Il ragazzo decide così di rispondere ad una chiamata dell’esercito della Roma Imperiale, così si arruola. Tornato a Gerusalemme ha oramai fatto carriera, e torna a fianco di Ponzio Pilato. La situazione è tesa, i romani hanno il controllo della città e molti ebrei sono in rivolta, mentre Ben-Hur cerca di mantenere la pace dalla sua posizione privilegiata. Tutto questo dura fino a che, un bel giorno, durante una parata, Pilato viene ferito da una freccia proveniente da casa Ben-Hur. La garanzia dell’incolumità di Pilato era stata data a Messala proprio dal fratello, così che si sentirà ferito e farà in modo che la sua famiglia venga interamente catturata. Ben-Hur viene impiegato per anni come schiavo su una nave, costretto a remare, fino a che durante una battaglia riesce a liberarsi, e decide di cercare il proprio riscatto.
La storia come potete apprezzare è grossomodo quella del film del ’59. Il tutto dovrebbe essere avere il senso dell’epica, ma così non è. Il primo problema è che il film manca di fluidità, apparendo alla fine come tagliato con l’accetta e diviso in quattro momenti non ben amalgamati tra loro. Il secondo, e principale problema del film, è che non riesce a trasportare lo spettatore all’interno della vicende che narra, senza riuscire a creare pathos ne immedesimazione. In questo modo il desiderio di vendetta di Ben-Hur verso il proprio fratello non è il nostro desiderio di vendetta, non ci interessa davvero di quello che avviene. Anche i rapporti con i membri della famiglia, l’attaccamento di Ben-Hur verso madre, moglie e sorella non è assolutamente sentito, così come non è sentita la separazione o il tradimento da parte del fratello.
Se vi aspettavate da Ben-Hur un lungo susseguirsi di battaglie, spadate e gente morta, purtroppo devo deludere le vostre attese. Il film non è assolutamente la “cafonata” che potreste aspettarvi, anzi cerca di essere più profondo di quanto non riesca poi, di fatto, ad essere. Le scene d’azione ovviamente sono presenti, in particolare nell’ultima parte la famosissima corsa con le quadrighe non delude, così come la battaglia navale. Ottimi infatti sono gli effetti speciali, nonostante poi il film abbia quattro ambientazioni in croce, alcune anche piuttosto scarne. Anche qui dispiace vedere come le possibilità a disposizione siano andate sprecate.
Un’ulteriore cosa che ho poco gradito è stato l’utilizzo della figura di Cristo, che appare e scompare di tanto in tanto, fino alle ultime battute in cui possiamo assistere alla Passione. Non si capisce bene cosa c’entri con la storia del film, Gesù, e non si capisce perché in questo nuovo film lui si chiami Giuda. Sembra una distante guida spirituale del protagonista, che infine lo farà indirettamente convertire al cristianesimo, ma è un elemento così accessorio e compare in modo così strano da renderlo a tratti quasi comico.
Per quanto concerne l’aspetto più tecnico, il film è certamente ben realizzato, sia per quanto riguarda la fotografia che la regia, che certamente brillano nella scena a bordo delle navi. Gli attori lavorano sempre bene e non si può imputare a loro la mancanza di affezione nei confronto dei personaggi che appaiono. E’ certamente ì possibile notare delle incoerenze con l’epoca storica di riferimento riguardo ad un sacco di dettagli, ma insomma non credo che qualcuno vada al cinema a vedere Ben-Hur cercando un manuale di storia.