C’era un tempo in cui la Marvel elemosinava una casa di produzione per portare i propri personaggi al cinema. Sembra di parlare del secolo scorso – e in effetti così è, visto che Spider-Man fu messo in cantiere dalla Sony nel 1999 – ma sono passati solo diciannove anni. Sedici, se consideriamo l’uscita nelle sale del filmone di Sam Raimi con protagonisti Tobey Maguire e Kirsten Dunst. Da allora, l’Uomo Ragno ha visto altre 5 trasposizioni su grande schermo (più un dimenticabile spin-off), e ha fatto un grande giro partendo dai film che hanno chiuso la trilogia di Raimi, passando ad un progetto che di Amazing aveva solo il titolo, per finire poi a tornare nella casa (delle idee) che lo ha generato.
Ma come si può rendere interessante un personaggio così inflazionato, ed originale una storia così ridondante nel cinema degli ultimi vent’anni? Se di fronte a queste domande non sapete replicare non preoccupatevi, perché qualcuno ha già trovato le risposte.
Peter Parker & Friends
Basato sul fumetto Ragnoverso, e scritto a sei mani da quei due genietti di Phil Lord e Chris Miller insieme a Alex Hirsch, Spider-Man: Un Nuovo Universo riesce ad incorporare l’iconografia dei fumetti in un lungometraggio visivamente incredibile. Un film potentissimo, a partire da un’animazione complessa e stratificata, che mette in scena sei protagonisti provenienti da sei dimensioni diverse, tutte ottimamente caratterizzate grazie a stili differenti che si incastrano perfettamente sul grande schermo. Sia chiaro, non è certo la prima volta che si tenta di inserire l’elemento fumettistico in film, ma raramente si è visto un risultato così efficace. Il film offre un’esperienza visiva nuova, prendendo le distanze da quell’animazione stile Pixar che ci si aspetta nei blockbuster d’animazione.
Nell’era del Marvel Cinematic Universe, giunto oggi al suo culmine, lanciare un progetto così ambizioso è stato molto rischioso, ma la scommessa è stata vinta su tutta la linea. Dopo due saghe reboot, Spider-Man: Un Nuovo Universo rifiuta il confronto con il lavoro di Sam Raimi prendendo tutt’altra direzione, candidandosi prepotentemente ad entrare nell’Olimpo dei migliori cinefumetti mai realizzati.
Chiunque può essere Spider-Man
L’idea alla base dei cinecomic, che vedono protagonisti personaggi unici, viene completamente ribaltata: chiunque può essere Spider-Man. Non importa l’etnia o il colore del costume, ma la consapevolezza che da un grande potere… Scontatissima, vero? Eppure la forza di Un Nuovo Universo sta tutta qui, nel re-interpretare al cinema la citazione più iconica del fumetto ideato da Stan Lee e Steve Ditko.
Si apre così il mondo dei cinecomic a franchise nuovi, a film che non appartengano esclusivamente al tanto decantato Universo Cinematografico, dando un assist alla Marvel che chiuderà quest’anno un ciclo importante con diversi attori (Chris Evans e Robert Downey Jr. su tutti), e allo stesso tempo una bella lezione alla Distinta Concorrenza che, per stare al passo della Casa delle Idee, si è bruciata negli ultimi anni un potenziale fuori misura.
Un film per tutti
Grazie ad un ritmo incalzante il film non stanca nemmeno per un momento. Battute a raffica, contenuti di spessore e continui omaggi al mondo di Spider-Man – fumettistico e cinematografico – con citazioni mai stucchevoli o forzatamente fan-service, fanno poi di Un Nuovo Universo un film per tutti. Un film per bambini di tutte le età, per ragazzi amanti del genere e per adulti cresciuti a pane e fumetti.
Menzione d’onore per la qualità del doppiaggio – a cui hanno partecipato anche i calciatori francesi neo campioni del mondo Presnel Kimpembe e Olivier Giroud (storia vera) – e per la scena dopo i titoli di coda, in cui viene fuori tutto il manico di Phil Lord e Chris Miller. Non perdetevela!