Con Kiss Tomorrow Goodbye proseguono le indagini del detective Wayne Hays, alias Mahershala Ali, tra le bettole e i boschi dell’Arkansas che fanno da sfondo alla terza stagione di True Detective. Le premesse e l’inattesa rivelazione della puntata di esordio vengono ulteriormente complicati dallo svelarsi della trama attraverso i ricordi del protagonista.
Cuore di tenebra
L’agghiacciante ritrovamento del piccolo Will apre la pista all’intervento dell’FBI per istituire una task force con Wayne e Roland. Così, mentre i federali si occupano della morte del giovane Purcell e i nostri si dedicano a ritrovare la sorellina, si apre il Vaso di Pandora delle istituzioni, più interessate alle conferenze stampa che a preservare la segretezza delle indagini. Il marcio, denunciato in tutte le stagioni di True Detective, non si limita a contrapporsi ai protagonisti ma li avvolge. Lo scambio carico di risentimento sul razzismo dei vertici e il brutale pestaggio di un sospettato con precedenti penali fanno intuire la forza dei sentimenti che si agitano dietro i modi pacati e il volto imperscrutabile del Wayne del 1980. Che questo lato nascosto possa rivelarsi sembra essere suggerito dagli altri piani temporali: il 1990 ritrae un uomo scostante e impaziente, il 2015 una famiglia spezzata dalla lite con Rebecca, secondogenita del protagonista, e dalle allusioni sul mai avuto finale felice che la defunta Amelia (Carmen Ejogo) ha voluto dare al proprio libro.
Il caso si complica
Se ogni famiglia infelice è infelice a modo suo, i Purcell si dimostrano ancora più dilaniati di quanto siano sembrati all’inizio, tanto da rendere probabile l’ipotesi che Julie non sia la figlia biologica di Tom (Scoot McNairy). Una lettera anonima, la suggestiva pista dei fantasmi nella notte di Halloween, le inquietanti bamboline vestite da sposa riportano sul tavolo il tema della pedofilia della prima stagione e avvincono il pubblico nella tela di un avvincente mistero. Parallelamente, nel 1990, la riapertura del caso grazie alla scoperta delle impronte digitali di Julie sta per portare a una reunion tra Wayne e Roland. Altrettanto intriganti si rivelano le ragioni che spingono Wayne a concedere l’intervista a Elisa Montgomery (Sarah Gadon): entrambe le parti sembrano sapere qualcosa in più di quello che vogliono far credere e cercano di estorcersi vicendevolmente segreti. Cominciano qui a prendere forma i collegamenti con il potere e il razzismo come forze insabbiatrici delle indagini, altro topos caro a Pizzolatto. Insomma, la cosiddetta carne al fuoco non manca e non resta che sperare in uno svolgimento degno delle premesse.
Kiss Tomorrow Goodbye, una stasi fuori dal tempo
Lo Spazzino (Michael Greyeyes) e Tom Purcell sottolineano con citazioni colte una sensazione di sospensione che prevedibilmente ci accompagnerà fino al gran finale. A causa della sua demenza e della mancata risoluzione del caso, Wayne è bloccato in un luogo che non può lasciare e in cui non può restare, uno stato in cui è impossibile dormire quanto risvegliarsi, per dirla come i personaggi menzionati, e altrettanto si può dire di noi, in attesa della conclusione. Forse il domani non esiste, come dice il titolo dell’episodio. Di certo non esiste per il protagonista, ormai proiettato indietro nel proprio passato e nel viavai di ricordi perduti.