Siamo in un periodo di universi cinematografici condivisi. Chiaramente alla mente balza subito il Marvel Cinematic Universe di Avengers: Endgame (che sta per tornare presto nei cinema), se vogliamo anche il DCEU di Shazam! o persino il Monsterverse del recente Godzilla II. Non molti di voi si aspetterebbero che persino un horror come Annabelle 3 faccia parte di uno di questi universi condivisi, decisamente quello più spaventoso: stiamo parlando del curioso Conjuring Universe di James Wan (regista di Aquaman recentemente). Eh sì, perché dal primo The Conjuring del 2013 ben 7 film (incluso il recente La Llorona) tra spin-off, sequel e esperimenti sono entrati a far parte di una storia interconnessa che alla base vede le figure di Ed e Lorraine Warren, una coppia di esorcisti del Connecticut realmente esistiti e personaggi chiave sui quali è stato costruito questo mondo di spiriti, demoni e bambole sadiche che ha incassato al botteghino più di 1.6 miliardi di dollari.
Proprio di bambole sadiche si parla in Annabelle 3, terza avventura spaventosa in compagnia dei vacui occhi di una bambola maledetta infestata dallo spirito di un demone degli anni ’40, seguito più dell’originale Annabelle che di Annabelle 2: Creation, film che raccontava la nascita della bambola e buon successo di critica e di pubblico. Tre anni dopo le vicende di Annabelle, vicende che hanno terrorizzato famiglie di metà Stati Uniti, la bambola infatti viene presa in custodia dai Warren, che la rinchiudono in una teca benedetta nella loro casa, all’interno di una stanza blindata dove nascondono oggetti infestati e maledetti raccolti in anni di esorcismi. La volontà di Annabelle è però fortissima e anche la sua influenza sulle persone; e quando sulla sua strada troverà una potenziale nuova complice per poter scappare, non si farà sfuggire l’occasione.
Tre tipe toste
In Annabelle 3 infatti i coniugi Warren fungono solo da sfondo a una storia di sole ragazze: la piccola figlia Judy (Grace McKenna) è sola in casa con la sua babysitter (Madison Iseman, già vista in Jumanji – Benvenuti nella Giungla) e un’amica, mentre i genitori sono fuori città. È proprio in quel momento che Annabelle sfrutterà tutti i suoi mezzi a disposizione per liberarsi e non solo terrorizzare da sola le ragazze, ma anche fungendo quasi da ripetitore per tutti gli oggetti maledetti contenuti nella casa dei Warren, liberando una serie di maledizioni e spiriti mai vista prima (e piena di omaggi e vecchie conoscenze per gli appassionati del Conjuring Universe).
La storia si sviluppa così in maniera abbastanza prevedibile, condita dai soliti jump scares, apparizioni demoniache e lo sguardo davvero strano (non riusciremmo a definirlo inquietante, a tratti è quasi comico) dell’onnipresente bambola, mentre le giovani cercano di salvarsi la pellaccia all’interno della casa dei Warren, dove si sviluppa tutta la trama del film o quasi. All’esordio in cabina di regia, il director Gary Dauberman fa un buon lavoro, confezionando un horror classico, magari non tanto originale, ma pieno di buone inquadrature e giochi di luce, sorretto quasi interamente dalle ottime performance attoriali delle sue attrici, delle quali sentiremo certamente parlare in futuro.
Brividi estivi
Per chi seguisse fedelmente gli sviluppi dell’universo cinematografico di James Wan, Annabelle non avanza molto la trama condivisa del brand, raccontando una storia auto-conclusiva che non fa altro se non instaurare Judy Warren come una fortissima e tostissima nuova realtà della serie. In attesa dei prossimi progetti, incluso il promettente Conjuring 3, Annabelle 3 fa il suo senza scadere nell’anonimato o altresì imporsi per carica innovativa, regalando alle coppie italiane d’agosto una decente scusa per passare due ore in compagnia al fresco dell’aria condizionata del cinema. Con qualche brivido aggiuntivo lungo la schiena, ovviamente.