Due anni dopo il sorprendente It, Andy Muschietti e il Club dei Perdenti tornano al cinema con It Capitolo Due, l’attesissima conclusione del secondo tentativo di Hollywood di portare su schermo in maniera degna (dopo lo sbadato ma comunque storico film TV del 1990 con Tim Curry) quello che è forse il libro più importante della lunga carriera di Stephen King. Siamo all’inizio della recensione ma vi possiamo già assicurare di come sia finalmente stata resa giustizia a uno dei libri migliori di sempre (almeno a parere di chi vi scrive) e una delle più belle storie certo di paura ma soprattutto di amicizia, ed è proprio questa seconda parte che IT Capitolo Due (e suo predecessore) sono riusciti a rappresentare alla grande, in maniera quasi perfetta.
E così, dopo i 700 milioni di $ di incasso di due anni fa (miglior risultato al botteghino per un film horror nella storia) e 27 anni passati a Derry (Maine), i ragazzi sopravvissuti alle grinfie del clown demoniaco Pennywise si trovano dagli eventi costretti a tornare nella loro città natale, per concludere lo scontro una volta per tutte. Derry infatti in questi lunghi anni è cambiata, ma mentre le VHS vengono sostituite dai Blu-Ray e nei cinema il Batman di Micheal Keaton viene succeduto da quello di Ben Affleck, alcune cose rimangono le stesse. L’odio, le sparizioni misteriose, il degrado generale continuano a colpire una apparentemente tranquilla città del New England e quando Mike – l’unico dei nostri eroi a essere rimasto per sempre in città – capisce dopo l’ennesimo episodio di violenza che qualcosa di oscuro sta tornando in azione, è obbligato a prendere in mano la cornetta, rispolverare la rubrica e chiamare tutti di nuovo a raccolta.
Perdenti prima, perdenti dopo. Ma decisamente più attraenti
It Capitolo Due racconta così la seconda parte della storia (ma va… ndr), unendo i due cast tra presente e flashback, dotando la pellicola di una lista chilometrica di attori manco fosse la versione spaventosa di Avengers: Endgame. E che attori: se i “piccoli” si erano dimostrati ottime rappresentazioni dei membri del Club dei Perdenti, il casting di questo sequel si è persino superato, creando un perfettamente amalgamato gruppo di amici ricco di talento. Si va dal geniale Bill Hader (ne è passata di acqua sotto i ponti da Superbad), interprete di un esilarante Richie Tozier, alla rossa e affascinante Jessica Chastain nel ruolo di Bev, senza dimenticare il gettonatissimo James McAvoy come l’eroico – ma a a tratti ancora balbettante – Bill e gli altri, forse meno conosciuti ma altrettanto dotati di una presenza invidiabile. Tra tante scene drammatiche, paurose o al limite dell’incredibile, ci sono infatti rimaste in testa molte semplici conversazioni e battute tra amici, per un gruppo che avrà reso felice il Re, ne siamo certi. E poi come non citare lui, Pennywise (Bill Skarsgård), il protagonista/antagonista della storia, il pagliaccio che ha reso indigesti trucchi e nasi rossi a generazioni di bambini.
Nei suoi lunghi – seppur meritati – 170’ di durata, It Capitolo Due porterà tutti i componenti del gruppo a fare i conti con le proprie paure, a ricordare un’infanzia dimenticata, sotterrata sotto decenni di vita al di fuori di Derry e risvegliare vecchi traumi, ma anche vecchie emozioni. Il gioco di Muschietti nel passare tra 1989 e 2016 sapientemente anche all’interno delle singole scene ambientate nei luoghi più iconici della vita dei ragazzi è ricco di tocchi di classe e manderà in sollucchero i fan, sicuramente quelli del film ma probabilmente anche quelli del libro.
Paura eh?
It Capitolo Due riesce a catturare senza dubbio l’atmosfera del libro in quanto a rapporti, ambientazione e principali momenti della storia – iconico e quasi perfetto lo scontro finale – ma manca rispetto al capolavoro originale nelle scene più attese, quelle di paura, in maniera simile a It del 2017. Nel caso siate familiari con il libro del 1986, saprete bene che il terrore puro che scatenava non era tanto legato alle apparizioni del qui comunque mirabilmente realizzato clown, bensì a quei momenti di angoscia, inquietudine e mistero nate nelle ombre di Derry e nascoste allo stesso tempo nelle menti delle vittime. Queste parti più “interiorizzate” del libro sono rappresentate in questo film, ma rese in maniera più diretta e spettacolare, grazie a effetti speciali o pericoli evidenti. Tutto ciò è comprensibile e normale, si tratta di campi nei quali una pellicola non potrà mai pensare di competere con la carta stampata, tuttavia alla lunga questi escamotage potrebbero far storcere leggermente il naso agli aficionados dell’opera originale.
Questa mancanza di potenza nelle scene più psicologiche viene controbilanciata in It Capitolo Due da inquietanti e cruente scene di violenza, su un livello decisamente superiore al film precedente. Non si tratta di un film veramente terrificante (almeno per chi già mastichi horror), ma alcune di queste scene ci hanno veramente colpito, soprattutto quando riguardavano i più piccoli, tra le vittime preferite di Pennywise.
Rimanendo nel contesto di un’analisi più di comparazione con It il libro, abbiamo trovato persino in questo sequel ridotta e banalizzata – fate attenzione agli easter egg però – la parte immanente di mitologia “Kingiana” (la quale connette in un certo qual modo la maggior parte delle opere del maestro dell’orrore arrivato dal Maine). Una scelta anch’essa comprensibile e dovuta a un desiderio di non complicare troppo una trama già divisa tra due piani temporali e due film rilasciati a distanza di due anni, tuttavia ugualmente deludente. Maturin, dove sei?!?
That’s finally It
Non vogliamo però confondervi: si tratta di piccoli caveat trovati da fan di King di lunga data che non andranno a inficiare il godimento della stragrande maggioranza di voi di un film ben girato, ancora meglio interpretato e una delle migliori – seppur non perfetta – trasposizioni di un’opera dell’immenso bagaglio di Stephen King che siano mai uscite (a proposito, vorreste leggere la nostra classifica dei migliori film ispirati a suoi manoscritti? La trovate qui!).
Andy Muschietti, Warner Bros. e il suo geniale cast di attori regalano agli appassionati della prima ora ma anche al cinefilo occasionale un film potente, spaventoso e anche divertente, dagli ottimi effetti speciali e in grado di chiudere in maniera più che soddisfacente il cerchio di una storia di un gruppo di amici reietti, ma davvero legati tra loro. La storia del Club dei Perdenti e della loro nemesi, un pagliaccio troppo cresciuto che regala palloncini rossi agli angoli delle strade.