Questo, per American Horror Story, è l’anno della sperimentazione e Chapter 6, portando sulla scena l’annunciato, attesissimo cambio di rotta, non fa che confermarlo.
L’episodio, infatti, destruttura e ricombina gli elementi che fino a questo punto erano stati costitutivi di Roanoke, disorientando ancora una volta lo spettatore.
Di nuovo l’incubo
Risulta subito chiaro che sono stati smessi i panni della docu-serie. My Roanoke Nightmare è terminato con Chapter 5, ora è tempo di scoprire che il programma è stato il successo del 2015, motivo che ha spinto il network a ordinare una seconda stagione al produttore e creatore dello show, Sidney Aaron James (Cheyenne Jackson).
L’idea di Sidney è quella di coinvolgere Shelby, Matt, Lee e gli attori del re-enactment in un reality-show girato nella casa degli orrori, durante i giorni della Blood Moon.
La cornice della narrazione rimane quindi meta-televisiva: rispetto alla prima parte di stagione, però, grazie alle telecamere, si entra anche nella stanza dei bottoni del network e si scopre il lavoro che impegna la troupe dietro le quinte. Una trovata sicuramente apprezzabile.
La denuncia di Murphy
Un’impostazione, questa, che garantisce anche una serie di riflessioni sul mondo dello spettacolo.
Si punta il dito contro l’ipocrisia e, soprattutto, l’arrivismo, che segue come unica regola quella dello show-must-go-on, per cui non ci si deve fermare nemmeno di fronte alla morte.
Si mette in evidenza come la fortuna di date trasmissioni non sempre coincida con quella di chi vi partecipa. Un discorso valido tanto per le persone comuni – My Roanoke Nightmare ha acuito la crisi di Matt e Shelby – quanto per gli attori, che talvolta si immedesimano nel personaggio che interpretano al punto di esserne perseguitati oppure ossessionati. È il caso, rispettivamente, di Monet Tumusiime (Angela Bassett), alcolizzata da quando ha vestito i panni di Lee, e Agnes Mary Winstead, un’ottima Kathy Bates che restituisce in modo perfettamente credibile la convinzione della donna di essere la vera Macellaia.
Buone premesse
La svolta rappresentata da Return to Roanoke comporta un’implicita richiesta di sospensione dell’incredulità: risulta difficile, infatti, ritenere possa esistere una ragione davvero in grado di riportare i Miller e Lee sul luogo dove hanno rischiato la vita.
L’impressione è che, se si riuscirà ad accettare questa forzatura, si potrà godere di una seconda parte di stagione ricca di dinamiche interessanti, a partire da quelle determinate dalle interazioni tra i partecipanti al reality, visto che, come prevedibile, gli attori non hanno niente in comune con i personaggi che hanno interpretato nella docu-serie.
L’interprete di Shelby, l’inglese Audrey Tindall (Sarah Paulson), costituisce l’esempio più emblematico, a tal proposito.
Non è come sembra
Lo sviluppo più intrigante, in ogni caso, è quello legato al colpo di scena dell’episodio. In perfetta antitesi con Chapter 1, in cui era palese che i protagonisti fossero sopravvissuti, Chapter 6 rivela come, questa volta, tutti i partecipanti allo show siano morti, eccezion fatta per una persona, di cui per il momento non viene svelata l’identità.
Ecco così che, soltanto a dieci minuti dalla fine, viene palesato allo spettatore che non sta guardando il reality pensato da Sidney, come la struttura della puntata aveva fatto credere, bensì materiale ritrovato e successivamente assemblato. Roanoke ha dunque deciso di attingere a un filone del genere horror particolarmente prolifico in questi ultimi anni, vale a dire quello del found footage.
Un riscatto imminente?
Nonostante non fosse semplice, Chapter 6 è riuscito a non deludere le aspettative, risultando un episodio con delle svolte narrative notevoli e una buona prova di Angela Bassett alla regia – risultano convincenti, in particolar modo, le inquadrature statiche cui vengono fatte coincidere le riprese delle telecamere nascoste.
Cosa ancor più importante, la puntata è stata in grado di rinnovare la curiosità dello spettatore, che adesso non potrà che proseguire nella visione, spinto dalla voglia di scoprire chi sia il sopravvissuto. American Horror Story sembra avvicinarsi sempre più ai fasti di un tempo.