Le conseguenze della pandemia del CoVid-19 sono ancora tutte da valutare, visto che siamo tuttora nel pieno dell’emergenza.
Si stima che la macchina del cinema mondiale subirà ritardi generalizzati previsti per circa il 60% delle produzioni. La previsione peggiore prevede che circa il 10% delle produzioni, tra serie tv e lungometraggi per il il cinema, rischi la cancellazione.
Ampere Analysis ha stimato anche che i veri effetti della crisi non saranno tangibili prima del 2021. Molti set sospesi riprenderanno entro la fine dell’anno al netto delle misure protettive.
Anche l’ordine di nuove produzioni sta subendo ritardi, dopo che solamente il 51% delle produzioni ordinate a Marzo 2019 ha visto la luce degli schermi. Un’ecatombe che, spiega Fred Black, analista della compagnia “Avrà una sola certezza, nel mare di incertezza generale – che la pandemia avrà effetto sulla TV per molto tempo oltre la fine del lockdown. I ritardi verranno man mano colmati, ma le implicazioni di questa situazione vedranno anche una regressione nei numeri delle nuove produzioni ordinate per diversi tempo. Molte case di produzioni avranno materiale arretrato con cui riempire gli slot che rimarranno vacanti. Tutti prodotti per i quali sono stati già investiti capitali.”
Per quanto riguarda invece le produzioni che ancora non hanno visto la stesura della sceneggiatura, sembra che il 71% possa rimanere invariato.
Con la riapertura prevista per il 15 giugno in Italia e, a seguire anche in diversi paesi d’Europa e del mondo, potrebbe riprendere la catena distributiva dei film. Le incognite sono diverse in merito, vista la limitata capienza prevista per le sale al momento della riapertura. Un ruolo cruciale potrebbe essere giocato dai cinema all’aperto che, con spazi ampi e naturale ricambio di aria, potrebbe permettere numeri migliori, con tutte le limitazioni di un’arena all’aperto, al netto delle limitazioni anti-CoVid.