L’MCU è finalmente sbarcata in televisione con il suo esordio su Disney+ in WandaVision, con le due prime puntate finalmente disponibili da stamattina sul servizio streaming della casa di Burbank. E lo fa nella maniera più insolita, con uno show rimasto immerso nel mistero per lunghissimo tempo, un mistero che anche la visione, seppur piacevole, dei primi due episodi lascia ancora tutto da svelare. Perché WandaVision non è la classica storia Marvel, anzi: vi basti pensare che almeno l’inizio è presentato in bianco e nero, 4:3 e con le risate di sottofondo, proprio come una sit-com anni ’50.
Elizabeth Olsen (Wanda Maximoff, aka Scarlet Witch) e Paul Bettany (Vision) non sono una coppia qualsiasi: lei è una strega mezza X-Men mezza Avenger che può spostare oggetti con la mente, lui è praticamente una sorta di Siri con un corpo e una pietra dell’infinito in testa, una mente dalle conoscenze infinite e in grado di passare attraverso i muri. Come i due siano finiti in una commedia di 60 anni fa è il mistero che vi stavamo anticipando all’inizio e sul quale ci siamo scervellati per tutti questi mesi dall’annuncio e rilascio dei primi trailer, oltretutto considerando che essendo WandaVision ambientato DOPO gli eventi di Avengers: Endgame, a questo punto Vision dovrebbe essere stato ucciso da Thanos e non resuscitato come gli altri eroi dissoltisi in Infinity War.
COSA STA SUCCEDENDO?
Chiaramente queste sono le domande alle quali ci aspettiamo risposta nel corso delle nove puntate che comporranno la serie e a cui i primi due episodi iniziano solamente a fare vaghe allusioni, mentre a schermo si susseguono una serie di battute molto retrò e scene bizzarre dove i poteri dei due vengono a contatto con situazioni di tutti i giorni, ovviamente con risultati comici.
È difficile mettere ancora a fuoco la serie dopo questi primi due episodi, anche perché i due protagonisti si troveranno apparentemente in ogni puntata a saltare da un finto show televisivo a un altro, da un’ambientazione a un’altra, da una decade a un’altra (anni ’50 come detto il primo episodio, mentre il secondo odora fortemente di anni ’60 con tanto di sigla cartoon che ricorda tanto Una Vita da Strega – Bewitched). Il supporting cast rimane lo stesso (sempre tanto amore per la Debra Jo Rupp che ricordiamo sempre come la mamma di That 70s Show), le vicende sempre mondane, ma soprattutto dalla puntata #2 si inizia a intuire che qualcosa non va, che questo idillio in scala di grigi nasconde qualcosa. Sarà la pubblicità del tostapane delle Stark Industries che quando si accende emette un rumore tanto simile a quello del reattore di Iron-Man o saranno i misteriosi suoni che si sentono durante la notte in un quartiere tranquillo di una “suburbia” americana di decine di anni fa, ma qualcosa bolle in pentola e Wanda inizia ad accorgersene.
Be-ScarletWitched
D’altronde, le dichiarazioni di Paul Bettany nei giorni che precedevano l’uscita delle prime puntate lasciavano poco all’immaginazione: WandaVision è destinato a diventare un vero e proprio film d’azione del Marvel Cinematic Universe entro la fine, quindi fan degli effetti speciali state pronti.
E in questo dualismo ed evoluzione anche all’interno di una singola stagione potrebbe essere la forza di questo show, iniziato dobbiamo dire con il piede giusto se il suo obbiettivo era quello di intrattenerci ma anche stupirci e farci porre mille domande. Cosa sta succedendo? Perché Vision è ancora vivo? Come riesce Elizabeth Olsen a essere così dannatamente affascinante? (OK questa l’ho aggiunta io, non ho resistito, ndr)
Marvel e Disney con WandaVision stanno provando qualcosa di nuovo, sia visivamente (che coraggio nel proporre una serie in bianco e nero – almeno temporaneamente – nel 2021, con tanto di gioco nei colori stile Sin City) che soprattutto narrativamente, per l’esordio del Marvel Cinematic Universe su Disney+. I primi due episodi (della durata complessiva di circa un’ora) sono godibili e simpatici ma soprattutto ci lasciano una curiosità immane di sapere cosa succederà poi.
E in fondo a una nuova serie TV cosa si può chiedere di più?