The Young Pope continua ad insinuarsi nelle nostre menti tenendoci appesi ad un filo praticamente trasparente che ci trascina nel mondo del regista visionario Sorrentino, attraverso gli occhi di un giovane Papa intrappolato in uno stato di contraddizioni estreme.
La terza e quarta puntata della favorita serie di Sky, sembrano dispiegarsi apparentemente su una trama piatta. Di fatto all’interno della curia non succede niente, fino ad ora c’è stato solo un accumulo di situazioni che presumibilmente esploderanno nelle prossime puntate. Ma come fa allora una serie, in cui non è ancora successo nulla, a tenerci incollati allo schermo? L’interminabile flusso di coscienza di Papa Pio XIII ci conquista, i dialoghi sono l’elemento dominante. In queste prime puntate si procede verso una lettura introspettiva di tutti i personaggi, attraverso i loro punti deboli e i segreti inconfessabili, stuzzicando la curiosità.
Dopo aver sconvolto il mondo con la sua prima omelia, Lenny Belardo, deve vedersela con la stampa che non si dà pace e vuole delle spiegazioni. Cosa ha voluto dire con il suo discorso? Perché non vuole mostrarsi alle telecamere? Quali sono i progetti del nuovo Papa?
Tutte domande a cui non ha intenzione di rispondere: “Io non appaio. Io non spiego”.
Lenny non riesce a superare l’abbandono che ha subito da parte dei genitori e questo spiega il suo comportamento dispotico, cinico ed arrogante. L’assenza dei genitori e la presenza continua di questo dolore, sfociano in una vendetta contro tutto il mondo per punire i suoi e riscattarsi dall’ingiustizia che ha dovuto subire da bambino.
Il Papa non è l’unico ad avere spie all’interno del Vaticano, il cardinale Voiello cerca di salvare la Chiesa dal baratro al quale sembra destinata servendosi di segreti e ricatti. Le uniche due persone che sembrano risvegliare quel briciolo di umanità nel pontefice, che a fatica ormai riusciamo ad immaginare, sono il Monsignor Gutierrez e Esther, moglie di una guardia svizzera. Il primo gode della stima di Pio XII che si apre con lui confidandogli che a volte dubita dell’esistenza di Dio. La giovane invece gli ricorda la sua prima ed unica relazione con una donna, desidera un figlio che non può avere a causa della sua sterilità e il Papa, che non cade alle provocazioni della donna, cerca di aiutarla pregando per lei. Sono loro le vittime dei ricatti del cardinale che cerca armi da usare contro il pontefice per costringerlo a dimettersi.
Il terzo episodio tocca argomenti di attualità e sullo sfondo delle elucubrazioni mentali di Lenny, c’è una delle piaghe che affligge la Chiesa, la pedofilia. Sorrentino si serve del caso Kurtwell per parlarne, ma non lo fa per alimentare polemiche, al contrario lo usa per mostrare la vena sempre più intransigente ed estremista del Papa che decide di mettere al bando tutti gli omosessuali della curia pontificia. Il quarto invece, che si apre con il pastore Tonino Pettola che afferma di aver visto la Vergine Maria e compie miracoli sui malati con tanto di stigmate sulle mani, si presta di più alla vena ironica, eccentrica e surreale del regista.
Sulle note di All Along The Watchtower, si annuncia la sigla che riassume la perfetta contraddizione che è Lenny Belardo, una cometa, una luce di speranza da seguire che si trasforma in una pericolosa palla infuocata e si abbatte sulla statua di Papa Giovanni Paolo II, simbolo di una Chiesa “buona” in antitesi con quella di Pio XIII.