Sharon Calahan, la più che nota direttrice alla fotografia della Disney Pixar è stata ospite al Romics 2017, ed ha tenuto una conferenza a porte aperte presso il Padiglione numero 8. La straordinaria visionaria degli effetti luminosi, ha denominato il suo intervento nella fiera romana “dipingere con la luce” e la redazione ha avuto la possibilità di assistervi dalla prima fila, per un’ora di emozioni visive e di scoperta del percorso di crescita di uno dei pilastri viventi dell’animazione moderna. Prima del suolo lavoro nell’allora unico e primo lungometraggio in computer grafica della storia, Toy Story, prima del diventare la direttrice della fotografia di A Bugs Life, prima ancora di Ratatouille e Alla ricerca di Nemo, Sharon Calahan era una bambina di tre anni che aveva un sogno.
Nata in una piccola città nello stato di Washington, la direttrice ha raccontato di trovarsi veramente confinata nel suo luogo di nascita, in cui le uniche attrazioni erano il Rodeo cittadino e le lande desolate intorno alle quattro case che componevano il paese. La prima volta che si avvicinò a una televisione, in bianco e nero, Sharon vide uno Show Disney, nel quale però lei, nella sua mente, scorse dei colori brillanti, in un’esplosione di vivacità cromatica. Quella sua immaginazione, quel vedere oltre le mere apparenze, la ha portata a studiare arte, grafica e pubblicità, permettendole di lasciare qualche anno più in là, il suo paese d’appartenenza. Il suo primo lavoro fu quello di conduttrice televisiva, ma dopo pochissimo tempo, per sua fortuna, il direttore d’immagine dell’emittente si licenziò permettendole di intraprendere la mansione che aveva sempre sognato. Proseguì in quella mansione per più di una società, scoprendo passo dopo passo l’evoluzione della tecnica della Computer Grafica, dai primi e poco performanti programmi di editing fotografico, fino all’arrivo di più complessi e migliori programmi di Graphic Design. Ancora oggi si stupisce della velocità con cui i tempi siano cambiati, sottolineando come adesso il suo celluale sia decisamente più potente del suo primo ed enorme personal computer. Nel suo percorso formativo, sempre coadiuvato dalla sua implacabile passione per l’arte, la pittura e il rendere più bello ciò che la circondava, è arrivata a far parte della prima formazione del team creativo della Pixar, grazie a un suo amico appena assunto, nell’ormai lontano 1994.
Sharon ha descritto la paura nella squadra al lavoro sul titolo, a causa della sua reale unicità. Molte volte intere scene sono state prese e rifatte da zero, per timore di incorrere in errori o imperfezioni. Il suo lavoro sulla luce è impeccabile, unico e altisonante, tanto che anche grazie al suo enorme contributo, Toy Story sbanca, divenendo un vero e proprio capolavoro del mondo del cinema che, finalmente, aprì le porte al mondo della CGI. Proseguendo nella confernza, Sharon ha aperto il suo cuore al vasto pubblico in sala, rivelando molti aspetti dell’enorme lavoro dietro alla realizzazione dei suoi film. Dal reperimento delle immagini d’ispirazione, che prima dell’era di internet era costretta a fotografare ella stessa, viaggiando in varie parti del mondo, fino alle tecniche di creazione grafica delle nuvole in computer grafica, la direttrice ha illuminato la sala con le sue esperienze sul campo e fuori, per la gioia di tutti i presenti. Il suo amore per un singolo colore dominante in un quadro, la struttura a mosaico delle sue creazioni (“tante piccole parti, creano un più grande insieme” cit.), lo studio del design e dei colori, sono il fulcro del lavoro e della passione che Sharon pone in ogni suo singolo lavoro. Chiudendo la conferenza con un ringraziamento speciale alla città di Roma, che ha descritto come un luogo di inestimabile cultura, ha proseguito consigliando vivamente di non rinunciare ai propri sogni, anche se sembrano lontani o alle volte addirittura irrealizzabili.