Per questo settimo episodio di Feud, intitolato Abandoned!, Ryan Murphy cede la macchina da presa a Helen Hunt (What Women Want, Qualcosa è cambiato), nota attrice vincitrice di un premio Oscar, che dirige a sua volta due vincitrici Oscar che interpretano a loro volta due attrici premiate anch’esse. E’ normale quindi che questo trittico tutto al femminile dia vita a, forse, l’episodio più bello dell’intera serie.
Le luci sono di nuovo puntate su Joan Crawford (Jessica Lange), che sul set di Piano…piano, dolce Carlotta viene messa da parte dal fronte comune che hanno creato Robert Aldrich (Alfred Molina) e Bette Davis (Susan Sarandon), il regista non la prende in considerazione e la sua acerrima nemica la umilia sul set. La professionalità della Crawford, intenta a dare il meglio di sé per questo film, cade preda dell’alcol e della frustrazione. Si finge malata bloccando le riprese, nella speranza di far cestinare il progetto, ma la 20th Century Fox invece decide di farle causa e sostituirla con Olivia De Havilland, interpretata da un elegante Catherine Zeta-Jones.
La lenta ed inesorabile autodistruzione di Joan arriva al culmine con una toccante scena finale quando, persa la guerra contro Bette, Aldrich e la 20th, si scaglia contro Mamacita che la lascia sola e in preda alla disperazione in una camera d’ospedale. Abandoned!, fin dal titolo riassume lo stato d’animo della Crawford che vede realizzarsi il suo peggior incubo, essere abbandonata.
L’elemento più potente di Feud – Bette and Joan sono sicuramente i dialoghi, che hanno toccato l’apice dell’intensità nella scena del testa a testa tra Joan e Bette che in poche battute raccolgono il motivo portante di tutta la serie. Le due ammettono che aver goduto e aver assaporato il loro status, rispettivamente, di ragazza più bella e più talentuosa di Hollywood, è stato meraviglioso ma non abbastanza.
La faida tra le attrici è nata dall’invidia e dall’ammirazione reciproca, la Davis è stata sempre considerata un talento portentoso ma mai abbastanza bella o affascinante, la Crawford, che si è dovuta far strada usando la sua sensualità, non è mai stata considerata più che un bel faccino. Una troppo brava, l’altra troppo bella ma entrambe insoddisfatte. Joan voleva dimostrare di avere talento e non solo fascino, Bette invece era sicura del suo talento ma ricordava ancora con amarezza le parole di Jack Warner al suo primo provino, forse autore dell’eterna guerra tra le due: “Aveva colto il mio talento, il mio humor, la mia intelligenza, o il mio impavido attacco sulla scena? Ma quello non gli interessava. Che non avevo nessun sex appeal. Disse “Chi vorrebbe scoparsela?” Avevo ventidue anni. E non l’aveva…Mai fatto nessuno. Indovina a chi…Voleva che somigliassi? Joan Crawford”.
La disfatta di Joan arriva spietata ed è frutto di una vita passata a combattere per emergere, fatta di rivalità, competizione malsana e complessi di inferiorità. Ma tutto questo è la conseguenza a sua volta di una realtà cinematografica spietata che dà più importanza all’apparire che all’essere. Come afferma Olivia De Havilland, in un malinconico e crudo epilogo, a distruggere la carriera di Joan “E’ stato il tempo, lo fa con tutti noi”. Ma Ryan Murphy con questa serie e con questo cast stellare dichiara che le cose sono cambiate e che il talento vero vince su tutto, anche sull’età.
Siamo giunti ormai quasi alla fine di questa spettacolare serie, che già ci manca. Il messaggio è arrivato, le intenzioni sono state palesate, le performances ci hanno conquistato, ora non ci rimane che chiudere questa storia con un finale che sicuramente non deluderà.