La carriera di Christopher Nolan è al di sopra di ogni possibile critica. Dunkirk, che arriverà nelle sale italiane il 31 agosto, è la summa di suddetta carriera e uno dei migliori film di questo 2017, per non dire migliori rappresentazioni cinematografiche di un conflitto mai realizzate. Si tratta di un progetto inedito per il regista di Memento e di Inception, un film storico, ispirato a fatti realmente accaduti e senza quel “tocco à la Nolan” al quale ormai eravamo abituati. Dunkirk non ha un finale scioccante, non ha componenti paranormali, non ha una trama complessa e addirittura non ha quasi dialogo: è tuttavia un affresco di guerra, un esercizio di stile forse senza precedenti nella Storia del Cinema.
Aria, terra, mare
Siamo nel 1940, nella città marittima di Dunkerque (Dunkirk in inglese), in Francia, a pochi chilometri dal confine con il Belgio. La Seconda Guerra Mondiale impazza e le forze alleate – francesi e inglesi – devono ancora trovare un antidoto all’avanzata tedesca. Quell’antidoto che si dimostrerà essere l’entrata in campo degli Stati Uniti e il conseguente declino del Terzo Reich. La forza delle armate di Hitler è immanente e la Battaglia di Francia si dimostra un compito fin troppo facile per la Germania. Gli Alleati non hanno scelta se non di ritirarsi verso nord, verso la costa, verso Dunkirk. Proprio in quella che oggi è una citta balneare da 90.000 abitanti, un esercito di quasi mezzo milione di soldati rimase bloccato, circondato e assediato dalle forze tedesche, senza possibilità di salvezza o evacuazione, stanziato sulla sabbiosa spiaggia della città, in attesa di evacuazione.
IL NUOVO FILM DI CHRISTOPHER NOLANFinalmente è disponibile il primo full trailer italiano di Dunkirk, l'attesissimo nuovo progetto di Christopher Nolan.#Dunkirk #ChristopherNolan
Pubblicato da MovieSource.it su Sabato 6 maggio 2017
È proprio in questo paradossale purgatorio di arenaria e gelide acque, imprigionato tra l’inferno del fronte in avanzamento e il paradiso della madrepatria così vicina, dall’altra parte della Manica, che Dunkirk racconta la sua storia, tramite una geniale narrazione non lineare divisa in tre sotto-storie intersecate tra loro. Nei cieli Farrier (Tom Hardy) e la sua squadriglia di caccia Spitfire, pronti a offrire supporto aereo alle imbarcazioni impegnate nel trasporto dei sopravvissuti, mentre sulla spiaggia troviamo Tommy (Fionn Whitehead), resiliente soldato semplice in cerca di un passaggio verso la salvezza. A concludere le prospettive di Dunkirk, nelle acque si destreggia tra le onde l’imbarcazione del signor Dawson, un semplice marinaio. Un marinaio? Sì, perché la celebre Evacuazione di Dunkirk, l’evento centrale raccontato da Nolan, vide, all’assenza di abbastanza navi militari disponibili, la partecipazione e aiuto diretto dei civili della costa britannica, partiti senza molte speranze al salvataggio dei compatrioti in divisa.
70mm di emozioni e tensione
All’interno di queste premesse, Nolan fornisce un quadro spaventoso, duro ed efficace della guerra. Dalla prima scena fino all’ultima, è capitato difficilmente di vedere l’inevitabilità delle esplosioni, la pericolosità di ogni proiettile trasparire così tanto dalla pellicola al proprio seggiolino nel cinema. Abbiamo visto tantissimi film di guerra in passato, alcuni anche molto spettacolari, altri cruenti, ma mai come in Dunkirk ogni colpo, ogni rumore, ogni lamiera assume un significato forte e terrificante, portando davvero lo spettatore direttamente nel 1940.
Tutto questo grazie alla maniacale cura dei dettagli e alla tecnologia incredibile di questa produzione Warner Bros. Se ne avete la possibilità, non perdete la chance di godere di questo film su uno schermo IMAX (almeno tre quarti delle scene sono girate in questo entusiasmante formato) o quantomeno cercate una sala che vi offra la visione a 70mm, in grado di catturare l’essenza del conflitto in maniera ancora più efficace. Le inquadrature e la fotografia di Nolan sono ormai al livello dei grandissimi: facendo eco al suo magnifico lavoro in Interstellar, Dunkirk risulta uno dei lungometraggi visivamente più spettacolari di sempre. Non tanto per merito di green screen o computer grafica: il team ha fatto largo uso di effetti analogici e soprattutto veicoli, navi e velivoli dell’epoca, per offrire maggiore realismo e la già citata “concretezza” di immagini e suoni.
Tic Toc (no, non c’entra Kesha)
Sonoro, che è l’altra componente fondamentale della pellicola, almeno quanto le immagini. Hans Zimmer è di nuovo chiamato a donare un’anima alle immagini di Nolan, sebbene questa volta il suo lavoro sia stato differente da – per fare un esempio – Interstellar. Nel kolossal sci-fi del 2014 infatti, il compositore tedesco aveva realizzato una serie di tracce che vi consigliamo di riascoltare, un capolavoro che a volte rubava la scena alle sequenze stesse nello spazio profondo. Questa volta invece, Dunkirk non ha temi epici, bensì una colonna sonora onnipresente ma discreta, per tenere incollato lo spettatore alla sedia, con un rumore di fondo che dona l’impressione di essere sempre sul punto di esplodere. Un altro elemento geniale è il ticchettio di un orologio (del regista stesso!) in sottofondo che accompagna tutta la pellicola fino all’ultimo fotogramma.
Abbiamo già detto geniale?
Come raccontano i nostri nonni o i veterani di guerra, ci sono poche cose che si ricordano ancora come il lancinante urlo dei caccia in picchiata, sintomo di una paura senza scampo e imperscrutabile, un destino in arrivo dall’alto e dal quale non vi è via di fuga. In questo Dunkirk è senza precedenti. È emblematica una scena – mostrata anche nei trailer – nella quale i soldati in attesa di salire sulla nave aspettano il loro turno ammassati su un piccolo molo. Nello stesso momento in cui i più attenti in sala percepiranno quel fatidico e penetrante suono fare capolino dalle casse del cinema, anche il primo soldato sullo schermo si girerà a guardare il cielo, prima che il panico si diffonda a tutto il plotone. Con Dunkirk anche noi saremo sulla spiaggia con quei soldati, o in mare dopo l’affondamento di una nave che significava casa. Potete aspettarvi 106’ di scene di questa potenza trascendente.
Una spiaggia che rimarrà nella Storia del Cinema
Dunkirk non è però un documentario o un simulatore di guerra, nonostante risulti ottimamente realizzato nei settori tecnici e fedele alla sua fonte il più possibile. Dunkirk resta un film drammatico, e di quelli eccellenti, grazie alle superbe prestazioni attoriali del suo cast tutto britannico (curiosità, è presente anche Harry Styles degli One Direction, al suo convincente esordio sul grande schermo) generalmente composto di nomi poco illustri, scelti appositamente dal regista per non “personalizzare” troppo le terribili vicende della guerra. Nessun attore di Dunkirk verrà nemmeno candidato agli Oscar, ma contribuisce in gruppo a creare questo potente e drammatico affresco di sopravvivenza. In Dunkirk non ci sono storie di eroismo esasperato o drammatiche lettere dal fronte: solo la realtà terribile di un gruppo di soldati in bilico tra la vita e la morte. E questo basta per regalarci un vero e proprio capolavoro, una dimostrazione di stile e tecnologia accompagnata da una narrazione sapiente benché ermetica, in grado di colpire anche il cuore.
Magari qualcuno obietterà che alla fine Dunkirk non si inventa nulla a livello narrativo e che lo stesso Nolan sia stato in grado di creare universi indimenticabili e storie rivoluzionarie in passato, che fanno impallidire le vicende di questo nuovo film. Dunkirk tuttavia si è posto l’obiettivo di portare in vita un lato della guerra crudo, spettacolare e senza eroi in un genere che ha visto molti dei più acclamati capolavori della Storia del Cinema.
E questo bersaglio lo ha centrato in pieno.