Con Chapter 9 si chiude il secondo arco narrativo di questa stagione, costituito da un pacchetto di episodi tra più horror di sempre, per quel che riguarda American Horror Story. Nonostante il finale alle porte, sulla scena si affacciano nuove comparse, che si inseriscono nella storia in modo convincente.
A caccia di followers
In una stagione che ha scelto tra i suoi principali punti di riferimento The Blair Witch Project, non potevano certo mancare all’appello, nei boschi della North Carolina, i tre amici pronti a immortalare, armati di bodycam e smartphone, i luoghi simbolo di My Roanoke Nightmare e ogni possibile stranezza. Ma il 1994, anno in cui è ambientato il film, è più lontano che mai e se i protagonisti della pellicola cinematografica avevano agito mossi dalla volontà di realizzare un documentario, lo stesso non può dirsi per Sophia (Taissa Farmiga), Todd (Jacob Artist) e Milo (Jon Bass). Questi ragazzi stanno cercando di ottenere il successo sui social, accecati da un’ambizione che li condurrà a un fatale scollamento dalla realtà. Nemmeno l’uccisione di Todd dissuaderà Sophia dai suoi propositi, che infine la porteranno, insieme con Milo, alla morte, una delle più atroci della storia della serie.
La ragazza, del resto, risulta fin da subito la più ossessionata dalla prima stagione della docu-serie, di cui offre pure una chiave di lettura che sembra una strizzata d’occhio di Murphy allo spettatore più che la semplice interpretazione di una fan.
Il mistero viene svelato
Le vicende dei tre giovani si alternano a quelle dei protagonisti del reality, il cui numero continua a diminuire. Durante l’ultima notte di sangue soccombe Dylan, che con un’apparizione tanto breve quanto priva di senso sgonfia tutte le aspettative che si erano create attorno al suo personaggio; muore pure Monet, assassinata da una Lee quasi in trance, che sembra aver stretto un patto con la strega proprio come aveva fatto Thomasin White prima di lei. Uno sviluppo coraggioso, potenzialmente intrigante, ammesso che venga approfondito con intelligenza nella prossima puntata.
Il nuovo giorno porta con sé l’arrivo della polizia, che, proprio come nel finale di diversi, famosi film horror, si rende responsabile della morte di un innocente scampato al massacro: l’uccisione di Audrey è la beffa più amara dell’episodio, soprattutto considerando che la sopravvissuta alla carneficina è colei che in parte l’ha determinata.
La scelta di risparmiare proprio Lee non è però gratuitamente sadica, anzi, funziona proprio perché si tratta dell’unico personaggio che ha ancora qualcosa da offrire al main-plot di Roanoke.
Questa stagione ha avuto senza dubbio il pregio di mantenere sempre vivo l’interesse dello spettatore. Al season finale, tuttavia, spetterà il compito di non lasciare questioni in sospeso e, soprattutto, dimostrare l’efficacia di quegli espedienti narrativi che, per il momento, lasciano qualche perplessità.