Il 19 gennaio, su Fox, ha debuttato in Italia Atlanta, la comedy-drama fresca di vittoria ai Golden Globe Awards nella categoria Best Television Series – Musical or Comedy.
La serie, targata FX, è nata da un’idea dell’eclettico Donald Glover, già noto al pubblico del piccolo schermo per aver interpretato il sensibile Troy Barnes in Community. Per la sua dramedy, Glover non solo ha curato regia e sceneggiatura di alcuni episodi, ma ha anche sfoggiato, vestendo i panni del protagonista, una performance che gli è valsa, sempre ai Golden Globe, la statuetta come miglior attore.
Alla ricerca di un nuovo inizio
Il giovane Earn Mark (Donald Glover) si trova in una fase di stallo, tra un lavoro che non gli permette di sbarcare il lunario e l’università accantonata da tre anni. Una situazione delicata, che ha avuto delle ripercussioni anche sulle persone che circondano il ragazzo: i genitori ormai diffidano di lui e il rapporto con la ex compagna Van (Zazie Beetz), con cui Earn ha avuto una figlia, è complicato e ancora da definire.
La svolta arriva per caso, quando il giovane scopre che suo cugino, lo spacciatore Alfred Miles (Brian Tyree Henry), ha iniziato a rappare, usando Paper Boi come nome d’arte e riscuotendo un discreto successo nella zona.
Nella musica del cugino Earn vede l’occasione per provare ad arricchirsi e ottenere il riscatto sociale tanto agognato: decide quindi di bussare alla porta di Paper Boi, proponendogli di diventarne il manager. Sono queste le dinamiche che Atlanta presenta, con il pilot, allo spettatore.
È evidente, allora, come il vissuto di Glover abbia avuto un ruolo decisivo nella genesi della serie. L’artista, infatti, è anche un rapper, conosciuto nel panorama musicale come Childish Gambino, ed è cresciuto in una città della Georgia proprio come il protagonista che interpreta.
Non solo risate
La partenza della doppia première è ottima e tutto risulta ben bilanciato. Entrambi gli episodi presentano il giusto mix di leggerezza e introspezione: mentre il pilot approfondisce il personaggio di Earn, Notorietà si concentra su Alfred, impensierito dalle conseguenze della sparatoria.
Al ritmo lento de Il sogno risponde la maggiore vivacità della seconda puntata, grazie soprattutto alle scene ambientate alla stazione di polizia. La comicità viene restituita attraverso l’uso di un’ironia sottile e da dialoghi surreali che prendono vita grazie a Darius (Keith Stanfield), la già memorabile spalla di Paper Boi. La componente drama, in questi primi due episodi, si è incastrata alla perfezione con le parti divertenti dello show. L’impressione è che Atlanta voglia far sorridere lo spettatore senza dimenticare di denunciare, al contempo, quanto c’è di marcio non solo nella città che dà il nome alla serie ma in tutti gli Stati Uniti. Si fa così riferimento al problema tutt’altro che superato del razzismo – e non è un caso, forse, che gli unici bianchi con cui i personaggi hanno interagito finora si siano rivelate figure negative – alla transfobia nonché all’abuso di potere della polizia.
Atlanta promette di essere uno show che regalerà sia momenti esilaranti che spunti di riflessione, seguendo le vicende di personaggi che sono riusciti a far breccia fin da subito nei cuori degli spettatori. Non resta che proseguire la visione per scoprire cosa riserverà loro il destino.