Alla fine, l’attesissima conclusione dell’Infinity Saga – così sono state ribattezzate le prime tre fasi dell’Universo Cinematografico Marvel – si regge letteralmente sulle spalle dei 21 film precedenti, ripercorrendone le storie, gli intrecci, i momenti. E non è un caso che si chiuda citando una scena iconica del suo inizio. Esce oggi nelle sale Avengers: Endgame, l’epica conclusione di un ciclo iniziato con Iron Man nel 2008, e che ha influenzato l’ultimo decennio cinematografico da un punto di vista commerciale certo, ma anche socioculturale. Che piaccia o meno, questo modo di fare Cinema è unico e probabilmente irripetibile.
Se siete tra coloro che temono gli spoiler state tranquilli, in questa recensione non ne troverete.
Noi vendichiamo, non preveniamo
Il film riprende proprio da dove era terminato Infinity War, e cerca di ricalcarne l’incipit drammatico con un’altra scena di forte impatto emotivo. Mentre Tony Stark e Nebula si trovano alla deriva sulla Milano, a milioni di anni luce dal 7/Eleven più vicino, i Vendicatori risparmiati dallo schiocco di dita di Thanos decidono di organizzare un contrattacco. Forti della presenza di Captain Marvel, gli Avengers pianificano di prendere possesso delle Gemme dell’Infinito al fine di far tornare l’universo alla normalità. Come promesso non sarà svelato di più su una trama ricca di colpi di scena e per questo tenuta segretissima fino all’ultima ora da Anthony e Joe Russo, i registi che hanno diretto tutti i film corali degli eroi Marvel dopo Captain America: The Winter Soldier.
"Siamo gli Avengers. Noi vendichiamo".Ecco il nuovo trailer ricco di scene inedite di #AvengersEndgame, dal 24 aprile al cinema!
Pubblicato da Moviesource.it su Martedì 2 aprile 2019
Sebbene il finale di Infinity War poteva far presagire un film cupo e drammatico, Endgame contraddice la regola e ribalta la struttura narrativa cui ci avevano abituato le grandi saghe fantasy del recente passato, che hanno sempre caratterizzato le pellicole con toni sempre più dark man mano che ci si avvicinava al finale. Soprattutto nella prima ora, il film soffre delle altissime aspettative generate da questo franchise, ma col passare dei minuti emerge chiaramente dove vuole colpire. Grazie ad un’accurata messa in scena, i fratelli Russo riescono a valorizzare pienamente il percorso intrapreso dai protagonisti in oltre una decade di cinema serializzato, portandoli al centro della storia e mostrandoceli a confronto con ciò che erano.
Avengers: Endgame riesce laddove sino ad ora i film corali dell’MCU non erano mai riusciti: emoziona senza ricorrere all’azione. E se Infinity War era una corsa all’impazzata fino al drammatico epilogo in Wakanda, Endgame si prende diverse pause prima della battaglia finale in cui i toni fumettistici lasciano spazio ad un’epica che ricorda – con le dovute proporzioni – quella de Il Signore degli Anelli. I protagonisti, che finalmente troviamo in seria difficoltà, sanguinano e si sporcano. Senza aggiungere altro, la resa dei conti è davvero di grande impatto, da godere su uno schermo di qualità migliore possibile.
I nodi al pettine, alla fine del viaggio
Nonostante abbia una trama migliore e sia chiaramente più emozionante, Endgame risulta meno coinvolgente ed appassionante di Infinity War. Essendo la resa dei conti, e dovendo pertanto far tornare tutto prima del gran finale, alcune scelte narrative vengono forzate e risolte in maniera sin troppo semplicistica. A questo proposito, il personaggio di Captain Marvel si conferma il deus ex machina dell’MCU, introdotto pochi mesi fa al solo scopo di risolvere agilmente tutti i problemi per i quali gli autori evidentemente non avevano soluzione, ma che concretamente aggiunge poco o nulla al film. Inoltre, il film è pregno di diverse trovate che probabilmente Feige & co. immaginavano molto più divertenti di quello che in realtà risultano (Thor, nel bene o nel male, non lascerà indifferenti).
Come descritto, Endgame si focalizza sugli Avengers originali e sul loro percorso intrapreso. E se tutti i protagonisti ne escono più o meno bene, chi proprio non riesce ad avere lo spazio che merita è Bruce Banner, uno dei personaggi più complessi e stratificati partoriti da Stan Lee. Hulk è un archetipo attraverso cui si possono raccontare tantissime storie, ma la Marvel non ha mai saputo sfruttare la potenza di questo pezzo da novanta. Dopo averlo visto battuto sulla nave degli Asgardiani, impaurito ed incapace di trasformarsi a New York e in una pessima CGI nel corpo di Hulkbuster nel Wakanda, era lecito aspettarsi una rivalsa. Purtroppo però il personaggio interpretato da Mark Ruffalo è stato relegato ancora una volta ad un ruolo secondario.
Il futuro dell’MCU
Nonostante si contino diversi buchi di trama e almeno due scene iscritte al concorso del troppo politicamente corretto, il film è nel complesso godibile, ma come in ogni fine di una saga, il finale agrodolce non lascerà tutti soddisfatti. Pertanto, vale la pena soffermarsi a fare una riflessione.
Che il valore dell’MCU sia di gran lunga superiore ai singoli film non lo scopriamo certo ora (e i Guardiani della Galassia sono l’eccezione che confermano la regola), ma era davvero necessario scendere a compromessi per lasciare aperto il futuro di questo universo? Alcune scelte e svolte narrative risultano a conti fatti decisamente forzate, volte esclusivamente a tenere vivo l’MCU. Ma ora cosa accadrà? Avengers: Endgame, insieme ad Infinity War, sarà ricordato come uno dei più grandi blockbuster di sempre, una pietra miliare per il cinema commerciale mondiale, ma è veramente questa la conclusione pensata sin dall’inizio, per ogni singolo personaggio? O il destino degli eroi è stato deciso a tavolino sulla base delle firme di un contratto? Probabilmente solo Kevin Feige e pochi altri possono rispondere a questa domanda. Chissà che la risposta non ci venga svelata con i prossimi progetti dei Marvel Studios.