Il nuovo show targato HBO, Big Little Lies, prosegue con la sua seconda puntata, andata in onda la scorsa domenica, approfondendo gli elementi della trama attraverso un’ottica più attenta alla vita delle protagoniste e riservando meno spazio al mistero introdotto nel primo episodio.
La regia di Vallée si sposta infatti letteralmente e metaforicamente all’interno delle case e delle vite di Jane, Madeline, Celeste e Renata, oltre i luoghi di passaggio e condivisione come le terrazze e le cucine, per giungere negli spazi in cui si consuma la vita intima e segreta di ciascuno, nei bagni e nelle camere da letto.
Le criticità che emergono da questa esplorazione sono scabrose, private e aggiungono ulteriori dettagli che pongono gli elementi acquisiti nel precedente episodio sotto una nuova luce, in particolare per quanto riguarda il rapporto perverso che lega Celeste al marito, la natura del risentimento che Madeline nutre nei confronti di Bonnie (Zoe Kravitz), la nuova moglie del suo ex, e i complicati rapporti familiari che ne derivano.
Nonostante la svolta intimista del secondo capitolo, in Big Little Lies la componente sociale resta un terreno di gioco necessario per il proseguimento della vicenda: ancora una volta la scuola dei piccoli diventa pretesto per lo scontro dei grandi, combattuto a colpi di inviti a feste di compleanno, petizioni e visite a consultori. Persino quelle che dovrebbero essere scaramucce tra bambini vengono inghiottite dal protagonismo degli adulti e assumono una colorazione sgradevolmente ambigua, oltre il limite della violenza, fino a giungere all’assurda denuncia di aggressione sessuale nei confronti del piccolo Ziggy, il figlio di Jane. Lo stesso sensazionalismo, la stessa aria grave traspare anche dalle testimonianze negli uffici della polizia, attraverso le quali i meta-narratori inconsapevoli, ma non troppo, descrivono le liti tra vicine come se si trattassero delle fasi di un conflitto, con attacchi da sferrare e alleanze da stringere.
E qui restiamo appesi a un filo, mentre pendiamo dalle labbra di narratori inattendibili e dubitiamo delle nostre stesse percezioni. Sì, perché la trama di Big Little Lies dà la costante impressione di star per rivoltare le carte, dimostrarci che ci siamo accontentati di prendere per vera la ricostruzione più ovvia senza considerare gli aspetti reconditi ma possibili, che in fondo ci facciamo ingannare dalle prime quanto dalle seconde impressioni, non troppo diversamente dai cittadini di Monterey.