Big Little Lies si porta a un passo dalla fine con Burning Love, il sesto e penultimo capitolo della miniserie HBO che molto ha fatto parlare di sé e dalla quale ci si attende una conclusione memorabile.
Dopo gli eventi al cardiopalma dello scorso episodio, proprio in prossimità dello scioglimento definitivo, lo show ci coglie di sorpresa smorzando il ritmo e ponendo un freno a quella che sembrava un’inarrestabile caduta verso l’irreparabile. Anche stavolta la trama si snoda fin dai primi minuti a ritmo di musica, su un brano dei Temptations che però, contrariamente a quanto accaduto nella puntata precedente, permea tutta la narrazione di un’atmosfera apparentemente giocosa e goliardica.
Apparentemente, perché ciò che accade alla ricca borghesia di Monterey ci induce a riflessioni di tolstojana memoria: “tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”, e nessuna di quelle che abbiamo imparato a conoscere è uguale all’altra. A tal proposito appare particolarmente emblematica la riflessione di Adam Scott nei panni di Ed, che ben potrebbe collocarsi tra le pagine di Anna Karenina, sulla finzione come essenza del matrimonio.
La persistente, schiacciante infelicità ci è mostrata in tutte le sue sfaccettature, plumbee come la fotografia che a volte fa dimenticare di stare guardando l’assolata California: la vediamo negli animi tormentati di Jane e di Ziggy davanti all’ombra sempre più palpabile del misterioso padre-stupratore; in Celeste, che cerca un rifugio dal marito; in Madeline che si trova in mezzo al fuoco incrociato di figlia, marito e amante per tutta la puntata; nella frustrazione di Renata, inerme davanti alle aggressioni ad Amabella e persino nelle meschinità e nei commenti sprezzanti dei vicini interrogati, nella loro livorosa e compiaciuta ricerca di scontri e segreti.
Un malcontento prepotente, che in Burning Love non si ferma nell’interiorità ma trova anche uno sfogo fisico nella spinta che Jane assesta a Renata, nel colpo di racchetta con cui Celeste ferisce Perry e pure nella citazione de L’Esorcista con cui Madeline si trova a omaggiare la tavola di Bonnie.
Guardando all’arco evolutivo tracciato dalla trama di questi sei episodi appare sempre più chiaro come il giallo, l’omicidio abbia progressivamente perso peso nella narrazione e costituisca un pretesto per raccontare altro, qualcosa di più grande ed eterno della particolare storia di un crimine.
Cionondimeno la curiosità resta grande, come le aspettative che la scrittura, la regia, il talento del cast e tutta la grande produzione hanno suscitato nei confronti di questo bellissimo adattamento, meritatamente annoverato tra i migliori dell’anno.