Cicogne in missione si presenta con un biglietto da visita non indifferente, che porta quattro firme di assoluto rispetto. Il film è infatti diretto a quattro mani da Nicholas Stoller, regista e sceneggiatore dell’irriverente saga di Cattivi Vicini, al debutto nel mondo dell’animazione, e Doug Sweetland, animatore alla Pixar sin dal primo lungometraggio animato prodotto dalla casa resa indipendente da Steve Jobs. Oltre a loro compaiono in veste di produttori Phil Lord e Chris Miller, autori di grandi successi come Piovono polpette e The LEGO Movie. Ma bastano quattro nomi altisonanti a fare un bel film? Certo che no. Quindi che dire di questo Cicogne in missione? Un film genuino e divertente, che regala il meglio nel finale e non nel trailer di lancio come il 90% dei lungometraggi di animazione degli ultimi anni (brucia ancora la delusione per Pets, si nota? ndr).
Storks’ life
Sin dall’antichità le cicogne consegnano i bambini alle famiglie che ne fanno richiesta, ma ora la loro vita è radicalmente cambiata: lavorano per Cornerstore.com, una grande compagnia di commercio online. Il protagonista della storia è Junior, la cicogna più efficiente dell’azienda, a cui viene promesso il posto di boss della compagnia, a patto che licenzi l’orfana Tulip. Tulip è una ragazza di 18 anni, non è mai stata consegnata alla sua famiglia a seguito di un incidente e vive su Monte Cicogna insieme ai pennuti, combinando un guaio dopo l’altro. Junior però non ha il coraggio per licenziare la ragazza e le affida il reparto smistamento lettere, chiuso e abbandonato da anni. La situazione si sblocca quando Nate, un ragazzino e figlio unico, inizia a desiderare un fratellino, senza che i suoi genitori, presi in modo asfissiante dal lavoro, lo prendano in considerazione. Il piccolo decide quindi di fare di testa sua ed invia una lettera alle cicogne chiedendo loro, per conto dei suoi genitori, un fratellino. Tulip, ricevuta la lettera, aziona la macchina che crea i bambini e Junior, accortosi del disastro, decide di partire insieme alla ragazza per fare la consegna, sperando che il capo non si accorga di tutto ciò.
Un messaggio importante ed un finale emozionante
Cicogne in missione affronta il tema della famiglia analizzando la problematica della mancanza di tempo da dedicare ai nostri cari, dal punto di vista di Nate. I suoi genitori sono talmente presi dal proprio lavoro che rispondono all’auricolare bluetooth 24 ore su 24. Quando Nate chiede loro un fratellino, i due rimangono totalmente spiazzati e cercano di far desistere il piccolo che, come suddetto, pur di avere un compagno di giochi (con abilità ninja) scriverà una lettera di sua mano firmando per conto dei suoi genitori. L’attesa del neonato sarà il mezzo per cui dapprima il padre e poi la madre si riavvicineranno a Nate, utilizzando quel tempo per preparare insieme al proprio figlio tutto il necessario a ricevere il fratellino (che poi si rivelerà essere una sorellina) tanto atteso.
Il film alterna scene davvero ottime qualitativamente parlando, ad altre più inquadrate, funzionando a tratti. Per tutta la durata della pellicola si ha l’impressione di vedere qualcosa di piacevole, ma non memorabile, uno status che sarebbe stato possibile migliorare con un po’ più di audacia da parte degli autori. Certo, non si dimenticheranno facilmente le scene con protagonisti i lupi (ah, quella lotta silenziosa coi pinguini, meravigliosa!), ma soprattutto il finale sulle note di Holdin’ Out dei The Lumineers.