Il film “Contromano” parla di un viaggio. Un viaggio della speranza, ma al contrario: dall’Italia al Senegal. Un viaggio cominciato per sbaglio, per caso, dal finale completamente inaspettato.
“Una fiaba” lo ha definito uno dei tre protagonisti, e anche regista della pellicola, Antonio Albanese. La storia di un uomo qualunque, Mario Cavallaro, che si ritroverà coinvolto in un’avventura che avrebbe fatto fatica persino a immaginarsi.
Il nostro, infatti, conduce una vita abitudinaria e monotona tra la merceria di famiglia e l’orto che coltiva sul terrazzo del suo appartamento in pieno centro a Milano. Ogni sera cena insieme a Gisella (Daniela Piperno), la sua stravagante vicina di casa, unica nota di colore nel grigiore dell’esistenza di Mario.
Due cose lo terrorizzano più di tutto, le uniche in grado di sconquassare la routine che si è faticosamente costruito: il cambiamento e la diversità.
Per questo motivo non riesce a tollerare che oggi, in Italia, ci siano numerosi extracomunitari arrivati da lontano in cerca di fortuna. Come hanno osato rilevare il bar dove Mario si serve da anni? E come si permette, uno di loro, di fargli concorrenza spietata vendendo calzini a poco prezzo davanti al suo negozio? Urge trovare una soluzione. E così Mario ha un’ idea, tanto folle da sembrare geniale: “se tutti riportassero un migrante a casa il problema sarebbe risolto”. Perciò rapisce l’ambulante Oba e, insieme alla sorella di lui, Dalida, cominciano un viaggio tanto assurdo quanto struggente, che scaverà nell’intimo dei protagonisti, rivelando le loro paure e fragilità, ma anche le loro aspirazioni segrete e i loro sogni. Questi, come in ogni fiaba che si rispetti, dopo numerose peripezie si realizzeranno.
Albanese è impegnato da sempre a trattare di tematiche sociali (come la nota pellicola del 2011 “Qualunquemente”, in cui interpreta il politico Cetto La Qualunque) e non è da meno nel suo ultimo lavoro. Le tematiche dell’immigrazione e dell’integrazione tra culture diverse sono più attuali che mai, non solo in Italia ma in tutta Europa. I casting per cercare gli interpreti degli altri due protagonisti si sono tenuti a Parigi: Alex Fondja (Oba) e Aude Legastelois (Dalida), infatti, sono attori francesi appartenenti alla quarta generazione di immigrati africani.
Il regista, insieme ai collaboratori Andrea Salerno e Stefano Bises e al disegnatore satirico Makkox (Marco d’Ambrosio) sceglie di raccontare la tragicità del presente in chiave ironica, servendosi della comicità per cercare di raggiungere un’audience più ampia possibile. Il film risulta leggero e piacevole, adatto sia ad adulti che bambini, mai banale. Divertente senza scadere nella volgarità, cosa che al giorno d’oggi è abbastanza difficile. Non la solita commedia, ma qualcosa di più: una pellicola profonda e si potrebbe azzardare “educativa“.
La colonna sonora, selezionata a dovere, è composta da musiche originali a cura di Pasquale Catalano, brani di artisti africani e termina col tormentone del 2010 “Je Veux” di ZAZ.
Il film, prodotto da Fandango e Rai Cinema, uscirà nelle sale il 29 marzo.