Sole, cocomeri, mare, sale giochi e film horror dalle tinte forzate e ridicole con ragazze avvenenti ambientati in luoghi di villeggiatura in grado di rovinarci l’esperienza in vacanza e non farci più guardare foreste, fiumi e mari nella stessa maniera. È dall’epoca de Lo Squalo di Spielberg che questa tradizione continua e nell’estate 2019 da Alexandre Aja, regista francese de Le Colline Hanno Gli Occhi, Mirrors e Piranha 3D, arriva Crawl – Intrappolati.
Anche questo film sembra rispondere a tutti questi stereotipi: la ragazza protagonista (Haley) è la Kaya Scodelario di Maze Runner e Pirati dei Caraibi, una relazione difficile con il padre e una carriera da nuotatrice professionista che fatica a decollare. In questa situazione familiare complessa, con genitori divorziati e una sorella presente ma lontana, Haley è l’unica che può quindi recarsi alla vecchia casa di famiglia per controllare perché il padre non stia rispondendo al telefono, mentre un uragano sta per colpire la costa della Florida. Quello che non sa è che sta guidando controvento verso il peggiore incubo della sua vita.
“Pronto, disinfestazione? Ehm… Li trattate gli alligatori?”
Nella triste e lunga storia delle cattive idee (una citazione a Ian Malcolm di Jurassic Park ci sta sempre, ndr) quella di Haley si posiziona parecchio in alto: l’acqua e la pioggia aumentano di minuto in minuto e una prima ispezione della casa sembra non portare a nulla, a parte ritrovare il simpatico cane Sugar. Che il padre di Haley – notevole testardo – si sia messo a fare lavori alle fondamenta della casa durante un uragano e sia rimasto in qualche modo intrappolato là sotto? Ovviamente se conoscete un minimo il cinema horror, la risposta è sì, ma quello che la ragazza non si può certo aspettare è la ragione per l’assenza del padre, intrappolato sotto l’edificio da alligatori assassini. Tanti e affamati.
La pioggia ha infatti reso ogni angolo della città terreno fertile per la caccia di uno dei predatori più terribili del pianeta, almeno in questa versione cinematografica decisamente intelligente e senza pietà. Haley dovrà dare fondo a tutte le sue risorse e al suo – comodo per l’occasione – talento di nuotatrice per fuggire e portare in salvo anche il genitore.
Più di quanto ci aspettassimo
Dicevamo qualche riga più su che il film sembra rispondere agli stereotipi tuttavia, nonostante una formula che sì, appare trita e ritrita in anni di produzioni simili, alla fine Crawl – Intrappolati riesce a imporsi con una regia sapiente e chiaramente figlia di una “profonda” (ahah, ndr) conoscenza del genere horror e benché si conceda sicuramente alcune scene e situazioni al limite del ridicolo, tiene con intelligenza per poco meno di 90’ lo spettatore incollato al seggiolino del cinema.
In maniera simile a quanto successo qualche anno fa con Paradise Beach – Dentro l’Incubo (Blake Lively e lo squalo, vi ricordate?), le premesse del film restano semplici, ma l’ottima interpretazione di una protagonista credibile fa tutta la differenza, oltre all’originale idea che si stacca dal cliché dell’oceano per proporci una situazione cittadina alquanto inusuale e forse per questo più spaventosa. La costante tensione che Aja distilla con maestria nello spettatore ogni volta che Haley o il padre mettono piede fuori dal loro rifugio nello scantinato della casa, combinata con il lento ma inesorabile innalzarsi del livello d’acqua, rende Crawl – Intrappolati un vincente.
See you later alligator
Questa produzione (bizzarramente girata in Serbia) Sam Raimi non farà certo la storia del cinema, ma grazie anche a un ritmo incessante e una durata più che adeguata, senza troppi fronzoli o riempitivi, Crawl – Intrappolati ci regala un horror estivo in grado di rendere giustizia a un sotto genere che negli anni ci ha regalato fin troppe copie-carbone dalla qualità scadente e tendenti al ridicolo. Stiamo pensando proprio a te, Lake Placid.