Su Netflix è arrivato Dark, lo sci-fi di Baran bo Odar e Jantje Friese che ha segnato un altro punto vincente per la piattaforma californiana. Teso, oscuro, colto e già accostato a serie di successo come Stranger Things e Westworld, lo show tutto tedesco ha un’anima propria che tiene incollati allo schermo.
Se non volete rovinarvi le sorprese che la serie ha in serbo per voi, non proseguite nella lettura.
Wienden, Germania, 2019. Nel fitto del bosco fuma una sinistra centrale nucleare e alla scomparsa di un ragazzo del luogo fanno seguito altri strani avvenimenti che legano il passato e il presente di tre generazioni di famiglie, in cicli di 33 anni. La storia si svolge dando vita a una matassa complicata di indizi e depistaggi, pregna di simboli e occultismo, che si dipana intrecciando i segreti di famiglia e i rimpianti del passato con la scienza dei viaggi nel tempo. Ne risulta un thriller fantascientifico venato di orrore in cui ciascuno dei numerosi protagonisti è depositario di una parte di verità che tace. Solo una narrazione sincronica e frammentata nelle vicende personali di ciascuno di essi riesce infine a completare il quadro, a risolvere l’enigma.
Ci sono esperimenti atroci, loop dimensionali, bambini rapiti e passeggiate sui binari morti, ma le analogie con la creatura dei fratelli Duffer finiscono qui. Dark è cupo, inquieto e manca dell’esaltazione pop e dei momenti di commedia che edulcorano amabilmente Stranger Things. Il raccapriccio è servito sui tavoli asettici dell’obitorio, i particolari crudi non sono risparmiati. La fotografia cupa e gelida si colora di interessanti contrasti cromatici nel parallel-editing che, con un abile gioco di richiami al mitologico filo di Arianna, lega il monologo di Martha e il primo viaggio nel tempo di Jonas. La tensione è poi mantenuta sempre alta grazie a una perfetta colonna sonora, pullulante di artisti famosi nel panorama nordeuropeo (Fever Rey, Blixa Bargeld e Apparat, tanto per citarne alcuni).
La regia abile di Baran bo Odar sa assecondare il ritmo volutamente discontinuo della sceneggiatura e si mostra farraginosa solo nei primi episodi, al momento di gettare le complesse fondamenta della storia. Il risultato brilla senza quasi fare uso di effetti speciali, ricordando le vecchie produzioni cinematografiche del genere fantastico, mai kitsch. L’atmosfera è costruita su piccoli dettagli e elementi semplici, legati alle primordiali paure di ciascuno, che sembrano attinte dalle favole dei Grimm. E allora una lanterna nel buio, un cappuccio che copre il viso, una carta da parati infantile sanno far rabbrividire tanto quanto l’oscura presenza di richiami filosofici, biblici e alchemici che sostengono l’imponente trama.La gestione dei piani temporali è condotta con maestria, piazzando colpi di scena che si incastrano puntata dopo puntata, accompagnando lo spettatore attento e paziente in una discesa sempre più profonda nell’oscuro universo di Wienden. Negli antefatti che si rivelano un pezzo alla volta Dark ricorda Westworld, pur sviluppandosi in un contesto e in un modo completamente diversi. Simili le risposte, le spiegazioni del meticoloso congegno causa-effetto che sfocia nei punti nevralgici della storia. Mentre però nella produzione americana la distorsione cronologica degli avvenimenti è solo un espediente narrativo, nello show tedesco i paradossi temporali sono autentici e hanno un ruolo centrale nell’indagine su come il futuro possa influenzare il passato, prima che il passato influenzi il futuro, strizzando l’occhio al cult di Robert Zemeckis, Back to the Future.
Se la serie vuole dimostrare che l’umanità intera non è altro che un’inconsapevole schiava dell’Eterno Ritorno, che vive l’illusione di poter determinare con le proprie azioni il corso degli eventi, il messaggio arriva forte e chiaro in questo finale aperto, forse un po’ deludente, ma proiettato verso una nuova evoluzione. Tutte le questioni sono lasciate in sospeso, prima fra tutte la guerra tra Claudia e Noah, l’oscuro personaggio che vuole porsi come nuovo Noè. Vedremo se lo show sarà rinnovato per una seconda stagione ma intanto: enigmisti instancabili, detective dell’occulto, appassionati di nichilismo, indagatori dei segreti dell’universo, non potete perdervi questa serie.
Dark è contorta e misteriosa e ha tutto quello che fa per voi.