Tratto dal primo romanzo di Alexandra Bracken, Darkest Minds segue le avventure della giovane Ruby Daly e dei suoi amici in un viaggio alla scoperta di se stessi e delle proprie potenzialità.
In un futuro distopico non molto lontano, un morbo misterioso comincia a colpire i bambini al compimento dei dieci anni uccidendone a centinaia. Quelli che sopravvivono sviluppano straordinari ma pericolosi poteri, a causa dei quali vengono rinchiusi dal governo in campi di lavoro.
È proprio in uno di questi campi che si trova rinchiusa da sei anni Ruby Daly (Amandla Stenberg). Lei è quella che il governo definisce un’arancione, il gruppo di ragazzi che hanno sviluppato capacità di controllo sulla mente altrui e che sono considerati per questo i più pericolosi.
Quando Ruby rischa di essere scoperta, la dottoressa Cate Connor (Mandy Moore), membro di una società segreta chiamata “La Lega dei Ragazzi”, che lotta per la caduta del governo e per la liberazione dei ragazzi, riesce a farla fuggire dal campo ma questo comunque non conquista la fiducia della ragazza che abbandona la donna per seguire Suzume “Zu” (Miya Cech), una timida bambina in grando di controllare l’elettricità, Ciccio (Skylan Brooks), un ragazzo dalla lingua ironica e dalla mente geniale, e Liam (Harris Dickinson), potentissimo e affascinante telecinetico, in un viaggio disperato verso un campo dove i ragazzi possano vivere in libertà.
Ma la strada è lunga e piena di pericoli, soprattuto perchè non tutto è come sembra.
Darkest Minds, il ritardatario
Il problema di Darkest Minds è probabilmente che è arrivato in ritardo, troppo distante dall’onda di distopie per ragazzi che aveva seguito Hunger Games, specie se si pensa che il libro da cui il film è tratto è uscito proprio nel 2012.
A causa di questo, guardando Darkest Minds si ha l’impressione che la storia non valga molto, che si tratti di un miscuglio abbastanza ben riuscito di Hunger Games, La Quinta Onda, Beautiful Ceatures con una forte tendenza verso Divergent.
L’idea quindi di un futuro distopico in cui i ragazzi hanno acquisito poteri straordinari che li obbligano a vivere sotto stretta sorvegianza, divisi per colore in caste in base alle loro abilità e la presenza di una protagonista femminile che è più straordinaria di tutti gli altri e che sviluppa grandi doti di leadership e sacrificio personale per il bene di tutti è davvero trita e ritrita, e la storia è canonizzata a tal punto che anche quelli che dovebbero essere veri e propri colpi di scena risultano davvero scontati.
Però…
Però Darkest Minds non è brutto. Ha una bella colonna sonora, un cast interessante, anche se nessuno mette insieme l’interpretazione della vita creando personaggi iconici, ed è supportato da una forte chiarezza compositiva della scena che rende davvero gradevole la fotografia.
Nella consapevolezza che non sarà mai annoverato nella Top 5 dei film del genere, resta comunque una visione piacevole per una serata senza impegno.
In un mondo in cui gli adulti non sono mai davvero dalla loro parte, ma cercano sempre di sfruttare i loro poteri per un tornaconto personale, è bella l’idea di un gruppo di ragazzi che desiderano prendere in mano le redini del loro destino.
I protagonisti di Darkest Minds sono a conoscenza dei problemi del loro mondo e nonostante la paura hanno il coraggio di essere la generazione veicolo del cambiamento.