In seguito all’annuncio del terzo capitolo della serie televisiva I segreti di Twin Peaks che verrà presentata al prossimo Festival di Cannes, David Lynch disillude i suoi fan confermando il presentimento giacente nell’autocitazionismo di Inland Empire, decretando la fine della sua carriera cinematografica.
Regista visionario di opere del calibro di Strade Perdute e Mulholland Drive, l’uomo dal cui onirico sguardo derivano i più speculativi saggi accademici di analisi filmica dice addio al grande schermo. Argomenta la scelta in un’intervista rilasciata al Sydney Morning Herald, dichiarando:
“Le cose sono cambiate molto. Tanti film non vanno bene al box office anche se, sulla carta, sarebbero dovuti essere grandi pellicole e quelli che vanno bene non sono proprio quelli che avrei voluto fare”.
La polemica da figlio deluso che giudica con nostalgica maturità il qualunquismo della madre tanto amata, ci fa sperare in un sfogo momentaneo. In caso contrario dobbiamo rassegnarci allo spietato addio da parte di un artista che ha donato al grande schermo straordinarie pellicole, già incise nella storia della settima arte.