Presentato alla Semaine de la Critique della 68esima edizione del Festival di Cannes, Due amici, titolo originale Les Deux Amis, è un film del 2015 opera prima di Louis Garrel, il giovane attore, regista e sceneggiatore volto noto del cinema francese. Anche se in ritardo in Italia di qualche anno, sarà disponibile nelle sale a partire dal 4 luglio, e posso dire fin da subito che la visione è consigliata.
Un triangolo amoroso tragicomico
Clément lavora come comparsa per il cinema, è un’anima fragile e molto sensibile, ed è ossessivamente innamorato di Mona. Lei lavora ad un chiosco della Gare du Nord, e ogni sera ha un treno che non può assolutamente perdere per far ritorno al suo penitenziario perché in libertà vigilata. Non può trattenersi in città e deve respingere l’amore di Clément perché non vuole svelare il suo segreto. Abel, poeta maledetto mancato, arriva in soccorso del suo amico Clément, e cerca di convincere Mona a rimanere in città, non solo con le parole ma anche con la forza, facendole perdere il treno. L’angoscia della ragazza esplode in una scena di pura disperazione, ma piano piano il piacere di aver riacquistato la sua libertà la porta a vivere appieno quelle poche ore concessele dando il via a due notti e tre giorni parigini folli e imprevedibili, e alimentando un triangolo amoroso tragicomico.
Un omaggio alla scuola del regista
La storia riprende i terreni conosciuti del cinema sentimentale francese, del resto il giovane regista è pratico di questo mondo fin da piccolo, avendo alle spalle un’intera famiglia nella cinematografia. Con il suo esordio alla regia di un lungometraggio Garrel rende omaggio alla sua personale carriera da attore e allo stesso tempo ai due registi che lo hanno lanciato. È chiaro infatti il cameo riservato alle rivolte studentesche del maggio 1968, tema che lo ha coinvolto più volte in opere cinematografiche, prima con Bernardo Bertolucci e il suo The Dreamers, e poi Les Amants réguliers del padre.
A differenza dei due registi più maturi, Garrel figlio, fa trasparire la leggerezza e la spontaneità della sua giovane età nel raccontare il triangolo amoroso cardine del film.
La semplicità delle vite complicate
Un mare di emozioni, che si incontrano si scontrano, si sovrastano, si innescano e disinnescano l’un l’altra, è quello in cui nuotano, a stento, i tre protagonisti della storia. Louis Garrel, Vincent Macaigne e Golshifteh Farahani interpretano tre personaggi completamente diversi ma allo stesso tempo accomunati dalla loro complicata mente e da una triste solitudine.
Clément e Abel, i due amici, sembrano due bambini che vivono la vita come se fosse un film che li ha come protagonisti, complici e autori del loro stesso dramma. La reciproca amicizia è il rifugio dove possono vivere lontano dal mondo ma senza mai essere soli. Un’amicizia che a tratti si vela di egoismo puro, che si scioglie e si rilega con la stessa semplicità e brutale schiettezza che avrebbe tra due bambini, senza drammi o scenate, ma con la naturalezza della loro ingenuità. Prima a dormire accomodati l’uno accanto all’altro nella cella del dipartimento di polizia, incuranti della gravità delle loro azioni, e poi a festeggiare insieme per la fine della loro amicizia. La disarmante innocenza che li contraddistingue e che li salva dal turbinio della vita, crea un legame tra questi due esseri vaganti sulla terra in continua ricerca di attenzione e affetto, trascinati all’unisono nel vortice della bella e sensuale Mona che li attrae a sé per sopperire anch’ella alla sua grande solitudine.
Quella di Les Deux Amis, è una storia semplice e sincera, ed è raccontata con altrettanta semplicità e sincerità risultando un dramma comico emozionante. La grande complicità tra gli attori protagonisti fa trasparire un’intimità al limite tra la timidezza e la passione, un erotismo che divampa per poi subito ritornare tra le righe del pudore delicato.
Due Amici è un film leggiadro che si lascia guardare con piacere, sa raccontare la sua malinconia senza essere pesante. I sentimenti e le emozioni abbracciano l’intero spettro della loro varietà e l’eleganza con cui vengono raccontati, attraverso solo tre personaggi, fa di Louis Garrel, non solo un attore, ma anche un regista e uno sceneggiatore promettente.