Se anche voi siete tra quelli che almeno una volta nella vita hanno imprecato contro quel ballerino di Giuda, covate certo nel cassetto l’irrefrenabile desiderio tipico degli addicted: la trasposizione televisiva delle avventure di Dylan Dog.
Il regista austriaco Kevin Kopacka – insieme al collega Alex Bakshaev – ha accolto le vostre suppliche, confezionando un pilot non autorizzato della durata di 35 minuti dal titolo Il sogno del morto vivente.
E poco importa se la ristrettezza del budget sconfina nella censura, se il trucco di terz’ordine strappa un sorriso di troppo, se l’interpretazione del protagonista proprio non ci convince. L’esasperazione delle angolazioni, la fotografia magistrale adattata a quel genio dei soggetti che è Sclavi, ci fa sperare che il sogno non venga infranto così in fretta.
Pardon, l’incubo.