La terza puntata di Fargo, The Law of Non-Contradiction, ci sradica dal gelido Minnesota e ci porta sulla west coast dove Gloria Burgle (Carrie Coon), ex capo della polizia di Eden Valley, cerca di raccogliere informazioni sul suo patrigno assassinato.
In questo episodio vengono messi da parte i fratelli Stussy, protagonisti delle prime due puntate, e l’attenzione viene spostata sull’ex capo Burgle intenta a risolvere il caso. Lo scenario cambia totalmente, il freddo, le distese innevate, e la solitudine della cittadina di Eden Valley, cedono il posto, almeno per questo episodio, ad una soleggiata, calda, e caotica Los Angeles. La stessa Gloria sembra spaesata in questa nuova realtà, lei che è così ben radicata nella abitudini della suo piccolo mondo, trova difficoltà a capire le dinamiche sociali della folle città popolata da Babbi Natale, ladri, e poliziotti spudorati. Ma la sua missione è avere notizie riguardo Thaddeus Mobley, il vero nome del patrigno, che dopo aver scritto un libro di successo cade preda di due truffatori.
La storia si distacca talmente tanto dalla trama principale che per tutti i suoi 47 minuti sembra di vedere un’altra serie, la sceneggiatura ci fa fare un giro molto largo per poi riportarci a sorpresa dove tutto è iniziato ovvero il cognome Stussy. Questo nome lo ritroviamo infatti sulla ceramica del water della camera d’albergo californiana dove, oltre a Gloria, era stato il giovane Thaddeus che decise di cambiare nome e adottare lo pseudonimo di Ennis Stussy per l’appunto. Le storie quindi alla fine ritornano a convergere e Gloria grazie ad una nuova traccia torna sulla pista giusta. Potrebbe essere considerata una divagazione ai fini della trama principale ma in realtà ci ha fatto immedesimare nei panni della poliziotta che, al contrario nostro, è all’oscuro di tutto.
La puntata si snoda su tre sequenze temporali, infatti non si può parlare solo di una storia nella storia, ma di tre storie. Oltre ai flashback che ci riportano agli anni settanta, c’è un altro racconto che chiede la nostra attenzione ovvero la vicenda del piccolo robot Minsky l’Androide, protagonista del libro Il pianeta di Wyh scritto da Thaddeus. Si alternano quindi questi salti temporali che dalla storia innestata di Mobley, passano a quella del piccolo androide fino al presente con Gloria che man mano riesce a ricostruire l’accaduto dando dinamicità al racconto. Ma se la Los Angeles degli anni ’70 e 2000 ci fa rimanere con i piedi per terra, la realtà immaginaria del libro ci porta in un universo surreale ricreato attraverso uno stile grafico fumettistico di grande impatto emotivo, manifesto anche dello black humor che connota la serie.
Anche il ritmo della narrazione ci spiazza perché alterna momenti più statici a sequenze molto dinamiche dove in poche battute accade di tutto. Ed è proprio in uno dei momenti più discorsivi che viene offerto un cameo a Ray Wise, celebre interprete di Leland Palmer in Twin Peaks, il quale inconsciamente ci ricorda il ritorno a breve della serie cult anni ’90.
La puntata quindi è stata molto interessante e particolare per questo aspetto, se vogliamo, tridimensionale del racconto che si snoda su più prospettive. Ora si torna in Minnesota e sicuramente le cose prenderanno una piega ancora più bizzarra.