“This is a true story” è il mantra nonché il marchio di Fargo. Infatti la serie dei fratelli Coen e del creatore Noah Hawley è di questo che vuole parlare, storie. La sesta puntata, The Lord of No Mercy, lo rende ancora più chiaro. Sappiamo ormai che le storie raccontate non sono vere ma è proprio questo il punto, come dice Varga “la percezione della realtà diventa essa stessa la realtà”, ovvero la realtà non è univoca ma diventa soggettiva nella sua ricostruzione.
La faida tra i fratelli Stussy, entrambi interpretati da un convincente Ewan McGregor, sembra arrivata al capolinea. Dopo che Emmit viene informato da Gloria Burgle che probabilmente era lui il vero obiettivo della rapina finita male ordita da suo fratello, decide di risolvere la questione una volta per tutte. Si reca da Ray, il quale è intento a scappare dalla legge e dalla mafia russa, con la speranza di una riappacificazione restituendogli il famoso francobollo. Ma Ray non sembra affatto propenso al chiarimento e le cose, come di consueto per Fargo, prendono una piega inaspettata. L’ironia macabra arriva ancora una volta scrivendo la parola fine su questa insensata diatriba. Ancora una volta, i creatori dello show, pongono l’accento su banali questioni familiari che, sfuggendo di mano, si trasformano in una guerra sanguinaria, il cui prezzo da pagare è sempre molto caro.
Il male “non intenzionale” entra di nuovo in scena e i cattivi prendono in mano la situazione, Emmit infatti alla fine decide di passare al lato oscuro chiedendo aiuto a Varga. Quando sembra però che i russi abbiano tutto sotto controllo, il plot twist finale cambia le carte in tavola, ancora una volta l’istinto di Gloria guida l’azione.
Abbandonate le note di Pierino e il Lupo del compositore Sergej Prokof’ev dello scorso episodio, The Lord of No Mercy riprende sonorità russe con The Cossack’s Song che fomenta gli animi mafiosi, per poi ritornare sul classico con la Sonata per pianoforte n. 23 di Beethoven, L’Appassionata, che fa da sedativo al famelico lupo Varga. Quest’ultimo veste i panni del cantastorie con il chiaro intento di dimostrare che le storie possono essere cambiate a seconda delle esigenze e che spesso prendono il sopravvento sulla realtà.
Lo show si fa portavoce di una critica sociale legata ai media e alla trasmissione di notizie che vengono molto spesso falsate. Il fatto che Gloria Burgle e l’intero distretto di polizia di Eden Valley non risulti in nessuna ricerca su internet è l’estremo simbolo di una società che cerca di rimanere ancorata ad una realtà fisica e non digitale spesso fuorviante.
Questa si è rivelata una grande puntata, dove la narrazione è stata accompagnata da una colonna sonora sempre più coinvolgente, da una violenza gratuita ormai di casa e da quelli che vengono chiamati “incidenti”colorati dal tipico aspetto cinico e grottesco.