Aporia è forse il termine più adatto a racchiudere il senso dell’intera serie, mostrandoci il dilemma che l’assilla da tempo nel penultimo episodio di questa terza stagione di Fargo. Tecnicamente il termine Aporia, titolo della puntata, indica l’impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema poiché ci si trovava di fronte a due soluzioni che per quanto opposte sembravano entrambe apparentemente valide. Beh, lo show di FX ci informa da ormai tre anni che le vicende narrate sono storie vere, ma noi sappiamo non essere così, il punto quindi è la prospettiva dalla quale si guardano e si raccontano queste storie.
Gloria Burgle (Carrie Coon) continua le indagini sugli omicidi convinta di seguire la pista giusta, confermata tra l’altro dalla confessione di Emmit (Ewan McGregor) che ammette di aver ucciso il fratello Ray. Il caso sembra chiuso ma un’altra “verità” bussa alla porta, altre due vittime di nome Stussy si aggiungono alla lista e le prove fanno pensare ad un modus operandi di un serial killer che odia tutti coloro che portano quel cognome. Sappiamo che è tutto un piano macchinoso di Varga, e ancora una volta la teoria di Gloria non viene considerata. Ecco così due possibili risposte ad un quesito che sembra non volersi risolvere.
Se da una parte assistiamo al crollo emotivo di “un’inesistente” Gloria, dall’altra vediamo la rimonta di Nikki Swango (Mary Elizabeth Winstead) che prende parte ad un tête-à-tête con il temibile e affamato Varga. La donna si rimette in gioco in una partita a tavolino con il criminale dove tra una mossa e l’altra ne esce vincitrice mettendo sotto scacco il cinico personaggio di David Thewlis.
Tutti i protagonisti hanno a che fare con le loro sconfitte o vittorie mettendo quindi anche in discussione loro stessi, una puntata introspettiva che ci permette di capire e prepararci ad un finale di stagione che vedrà il bene e il male in uno scontro finale. Aporia infatti si mantiene aperta lasciando tutto irrisolto, il compito di sciogliere i nodi e mettere ogni cosa al suo posto spetta all’ultima puntata che, come l’intera stagione, promette bene. Nel complesso è stata una bella puntata, come sempre dai toni cinematografici più che seriali, e caratterizzata da una fotografia davvero suggestiva e intensa.