Con Fate/Stay Night: Heaven’s Feel I. Presage Flower inizia il 2018 degli appuntamenti al cinema con i film d’animazione giapponese, grazie alla collaborazione tra Dynit e Nexo Digital che, con questa scelta, hanno davvero fatto una proposta temeraria che sarà al cinema il 13 e il 14 febbraio.
In Giappone il franchise di Fate, creato da Kinoku Nasu, ha milioni di fans che ormai da quattordici anni seguono i vari format e quasi ogni anno la “saga” si arricchisce di una nuova storia, o un retelling, o una versione alternativa.
Tutto è iniziato da una visual novel di carattere erotico, Fate/Stay Night, che ha dato vita a romanzi, serie d’animazione, film, giochi per varie piattaforme ed ora persino un gioco per cellulare: Fate/Grand Order.
Per chi non conosce il mondo delle visual novel, trovo giusto chiarire che sono avventure interattive in cui le decisioni determinano la storia di quello che poi si rivela essere un romanzo grafico; ogni visual novel ha una storia narrata da punti di vista diversi, route, percorsi che seguendoli finiscono per differire l’una dall’altra. Nel caso di Fate/Stay Night esistono tre route: Fate, Unlimited Blade Works e Heaven’s Feel, ed ognuna di esse si concentra su un’eroina diversa; nel caso di Heaven’s Feel troveremo come protagonista Sakura Matou.
Ci troviamo – come avrete capito – davanti a un film che non si può vedere senza aver mai giocato, o visto, o letto Fate/Stay Night, mentre il suo prequel, Fate/Zero, ha una certa importanza, ma non è fondamentale per comprendere il film (Dynit, se stai leggendo, che ne dici adesso di portare questo capolavoro in Italia?).
Il lato più dark di Fate Stay/Night
Heaven’s Feel è la route più lunga e complessa della visual novel, in quanto è la route finale che svela i retroscena della guerra precedente, legandosi perfettamente a quanto accaduto in Fate/Zero, nonostante quest’ultimo prodotto è stato concepito anni dopo Fate/Stay Night.
Nello svelare i suoi retroscena – le verità su Kiritsugu, Kotomine ed altri personaggi – la storia mostra il suo lato più intrigante strettamente legato al Santo Graal (che non è il calice dell’ultima cena di Cristo); conosciamo già la sua sanguinaria e terrificante natura, ma solo chi l’ha toccato ed è stato testimone della sua magia può davvero capire i suoi misteri e il perché questo percorso narrativo sia considerato il lato più dark della storia. Il complesso incantesimo e coloro chiamati in campo devono essere degni di quel tesoro, per questo le famiglie dei maghi hanno segreti oscuri dietro le mura delle loro case, alcuni di essi lasciati sul campo di battaglia e nelle retroguardie della precedente guerra.
Presage Flower non è che il primo capitolo di una trilogia, ma – come suggerisce il nome – si inizia ad entrare in questo lato oscuro, ci sono parti di verità ad emergere e segnali che aggiungono misteri inediti; gli spettatori di Unlimited Blade Works non si troveranno a confrontarsi con la stessa storia, l’unico punto in comune infatti è l’aggressione a Shiro e l’evocazione di Saber, ma non aspettatevi un minutaggio lungo e noioso, la sapiente regia di Tomonori Sudô (che in Unlimited Blade Works è stato a capo delle animazioni) risolve la questione in meno di un minuto, trattando quella parte un po’ come fosse una sigla d’apertura.
Poesia e Romanticismo
Prima dell’aggressione a Shiro e l’evocazione di Saber c’è un minutaggio importante – circa un quarto d’ora – dedicato a Shiro al suo primo anno di superiori. Ci sono tracce dell’amicizia che lo hanno legato a Shinji, piccoli imput d’ammirazione, e dopo che Shiro ha un’infortunio al braccio è proprio Shinji che spinge la giovane Sakura a presentarsi a casa di Shiro per aiutarlo con le faccende domestiche; da quest’assistenza non richiesta la presenza di Sakura in casa Emiya diventa abitudinaria e confortante.
Le stagioni passano, Sakura e Shiro crescono, Shinji cambia (sembrando geloso del legame tra la sorella e l’amico) e ci sono tanti silenzi, sguardi significativi, nessuna colonna sonora a intromettersi, solo rumori naturali che con le magnifiche animazioni dello studio Ufotable forgiano un ritratto poetico sulla crescita e la nascita di un sentimento. Questi minuti li ho trovati incantevoli, ma anche con una distanti dal tipo di narrazione del resto del film, il quale tenta comunque di rievocarne la bellezza in più punti ma senza riuscire a risultare convincente: è un vero peccato che la parte artisticamente più bella sia concentrata nella parte introduttiva, sembra quasi che essa ed il resto del film siano realizzati da persone diverse.
La storia si concentra sulla Guerra per il Santo Graal, si respira un clima di misteri e d’azione che si rivela molto coinvolgente, la narrazione diversa è tale in quanto ha tempi narrativi più veloci rispetto a quelli più lenti delle serie animate, una scelta che sembra inevitabile ma – per come è operata – in certi punti si rivela un’arma a doppio taglio che può dividere il pubblico. Io l’ho apprezzato perché ho vissuto con insofferenza la lentezza narrativa di Unlimited Blade Works, ma è un apprezzamento a metà: c’è da considerare l’azione, qui per lo più breve e concentrata, perché il focus è sui misteri e i retroscena legati alla guerra. Per fortuna troviamo almeno due battaglie molto belle senza riduzioni, una delle quali vede protagonista Lancer e un misterioso servant sconosciuto; questo combattimento è stata una delle parti più belle e che ha ravvivato il mio interesse dopo che ho subito in modo passivo la storia (mi perdonino i fan del nasuverse, ma non sono una grande estimatrice di Fate/Stay Night).
Nelle fredde notti di neve e combattimenti non è lasciato da parte l’interesse nell’esplorare il rapporto tra Shiro e i Matou, in particolare il suo rapporto con Sakura; in questi intermezzi c’è un richiamo – come avevo accennato – alle atmosfere più delicate d’apertura e protagonisti sono i sentimenti di Sakura. Purtroppo i sentimenti della ragazza sembra siano a senso unico: Shiro sembra più interessato a Rin e, nonostante per lui Sakura sia importante, il suo è tendenzialmente un affetto più fraterno. Un po’ viene da tifare per la dolce Sakura, soprattutto dopo un particolare momento d’onestà tra i due, ma per coloro che – come me – sono stati conquistati dal rapporto tra Shiro e Rin in Unlimited Blade Works, sarà difficile mettere da parte questa preferenza.
2018: l’ottimo inizio degli appuntamenti d’animazione al cinema
Se per uno spettatore nella media (che conosce il franchise, ovviamente) il film è raccomandato e di grande godibilità, per un fan del nasuverse Fate/Stay Night: Heaven’s Feel I. Presage Flower è un appuntamento da rispettare e che non lascerà delusi, ma alcune parti possono dividere: per alcuni può essere un compitino ben fatto, per altri un’eccellenza conforme alla qualità delle animazioni dello studio Ufotable che sul grande schermo fanno il loro figurone.
Personalmente sono stata molto più colpita dal compartimento tecnico del film, essendo un capitolo introduttivo ha concentrato le parti più interessanti alla fine facendo risultare il corpo centrale insipido, ma per un fan di Fate/Stay Night è probabile che quelle parti che io considero di calma piatta siano di forte impatto emotivo.
Tirando le somme è un primo capitolo dalle buone premesse e che non mette da parte personaggi come Rin o Ilya, che troveranno modo per esser ancor più presenti nel secondo capitolo, secondo le anticipazioni a fine film, mentre Saber inizia già ad affrontare il suo sviluppo narrativo più interessante. Con Presage Flower dobbiamo accontentarci di un crescendo di misteri e punti interrogativi, speriamo quindi che non passi troppo tempo all’arrivo del secondo capitolo, Lost Butterfly, di cui ancora non si sa quando avverrà la proiezione in Giappone.
Questo film apre ad una stagione di collaborazioni tra Dynit e Nexo Digital davvero sorprendente, che speriamo faccia arrivare nelle nostre sale altri film tratti da serie di successo come Code Geass, Feee!!, Digimon Adventure Tri, Haikara-san ga Tooru e Full Metal Panic!, tra i quali ci sono campioni al box office ed altri pronti ad esserlo vista l’attesa dei fans.