Feud – Bette and Joan è la prima parte di un interessante progetto targato Ryan Murphy (American Horror Story, American Crime Story, The Normal Heart, Glee) che tratterà di celebri faide che hanno tinto la cronaca mondana. L’eclettico regista, noto per le sue tante sfumature nel trattare tematiche e generi molto diversi l’uno dall’altro, in questa prima stagione di Feud sviscererà l’accesa rivalità tra due grandi icone del cinema, Bette Davis e Joan Crawford che vengono messe sotto i riflettori nel loro periodo più fragile e difficile, interpretate divinamente da altre due grandi attrici, rispettivamente Susan Sarandon e Jessica Lange.
Hanno segnato la storia del cinema degli anni ‘30-‘40, Bette Davis aveva sicuramente più talento espressivo rispetto alla Crawford ma quest’ultima aveva un carisma e una bellezza seducente che la fecero diventare una delle donne più amate di Hollywood. Negli anni ’60 però, con l’avanzare dell’età, le cose si fecero più dure e iniziò una fase critica per le due dive, ormai messe da parte. La Davis veniva ingaggiata solo per lavori mediocri che non la valorizzavano, e la Crawford invece era disoccupata e con gravi problemi finanziari.
Non accettarono mai di lavorare insieme, nonostante il desiderio di confrontarsi, ma il periodo di crisi le costrinse ad accettare il ruolo da coprotagoniste nel film Che fine ha fatto Baby Jane?, che le ha unite sotto lo stesso set senza nessuna intenzione per una riappacificazione, ma solo per avere il loro riscatto e tornare al successo degli anni passati. La storia di due sorelle attrici decadute, rivali, e psicopatiche sembrava scritto apposta per le la Davis e la Crawford. Una grande prova attoriale per entrambe ma anche un’occasione per dare sfogo alle loro fantasie più perverse volte ad annientarsi a vicenda.
Era l’inizio del 1961 e al regista Robert Aldrich (Alfred Molina), gli ci vollero parecchi giorni prima di trovare i finanziamenti per un film che correva il rischio di essere un flop viste le due attrici attempate e in “decadenza”. Ma è proprio questo il punto focale dell’indagine di Murphy che infatti ha affermato: “Non ero interessato soltanto a fare uno show greve ed esagerato. Ero interessato all’idea di sessismo, misoginia e discriminazione basata sull’età. Compiere 40, 45, 50 anni e sentirsi all’apice del proprio potere, mentre la gente ti dice “Beh, sei finita”. Scorgiamo così, attraverso la vicenda personale delle attrici, le dinamiche e le crepe dell’industria cinematografica degli anni sessanta.
La performance di Susan Sarandon e Jessica Lange è immensa e colpisce sin dal primo fotogramma. Con il solo pilot Murphy ha annunciato a gran voce che la sua sarà una gran serie, non solo perché ultimamente il regista sforna grandi successi ma anche perché, ancora una volta, ha riunito un cast eccezionale che, oltre alla Lange e alla Sarandon, vede nomi come Catherine Zeta-Jones, Alfred Molina, Sarah Paulson, Stanley Tucci, Kathy Bates e Judy Davis.
La serie si preannuncia come un piccolo capolavoro, un vero e proprio film diviso in 8 puntate mandate in onda da FX. Il fatto che siano stati presi in considerazione solo due soggetti protagonisti, in un determinato lasso di tempo, in una specifica ambientazione che è quella del set, rende più facile focalizzare l’attenzione sul fattore umano affrontato con grande profondità e ricchezza di dettagli.