Mentre la figlia di Bette, BD, continua la sua scalata verso l’età adulta fumando alle spalle della madre per attirare l’attenzione dei ragazzi, le gemelle Crawford vivono ancora all’ombra di una madre autoritaria e protettiva che non riesce a lasciarle andare. Così si apre la terza puntata di Feud – Bette and Joan intitolata Mommie Dearest, uno scorcio sulla vita familiare delle due donne, affrontando il tema cardine dell’episodio, madre – figlia, sotto molteplici punti di vista.
L’inarrestabile scorrere del tempo non investe solo la carriera delle due dive ma anche la loro sfera familiare e il loro essere madre. I figli crescono e in men che non si dica lasciano il nido desolato e silenzioso, ma la vita di Bette (Susan Sarandon) e Joan (Jessica Lange) costruita sulla carriera ha lasciato poco spazio alle attenzioni amorevoli verso i loro figli, ed ora ne pagano le conseguenza.
Il confronto tra le due donne sorge spontaneo non solo come attrici e come madri ma anche come figlie, rimarcato da una scena molto significativa e profonda dove le due donne, deposte temporaneamente le asce di guerra, decidono di conoscersi. Tra le luci soffuse di un locale semivuoto e accompagnate da fiumi di alcol con effetto sedante, Joan e Bette si confidano e si rendono vulnerabili l’una di fronte all’altra. La Crawford ha alle spalle un passato duro, privo di un’infanzia e di amore materno che l’ha portata ad alimentare un rapporto ossessivo nei confronti della sua progenie per dare loro tutto ciò che lei non ha avuto. “Mammina Cara”, è questo Joan per i suoi figli, ed è anche il titolo ironico del romanzo-sfogo, Mommie Dearest, scritto della figlia adottiva Christina, che invece ha dipinto la madre come una donna instabile, ossessionata dall’idea dell’ordine e dell’igiene e che spesso sfogava sui figli la sua frustrazione.
La Davis, al contrario, ha avuto una madre affettuosa dedita ai suoi figli, come dice Bette nella serie “la sua unica vera amica”, una donna che ha dato tanto per poter garantire un futuro ai suoi figli e per potergli stare accanto fino alla fine. Bette Davis ha conosciuto l’amore di una madre che lei cerca in tutti i modi di dimostrare a sua figlia BD ma la sua carriera, fulcro della sua vita, la distrae dal ruolo di mamma.
Il loro essere madri negligenti o oppressive è frutto anche della loro esperienza come figlie. Mentre la Davis ha aspettato i 27 anni per perdere la verginità, la Crawford per sopperire alla mancanza d’affetto da parte della madre, si è concessa al patrigno all’età di 11 anni perché ai suoi occhi era l’unico che le dimostrava affetto. Il ricordo di un chiaro stupro mostra i segni che la Crawford porta ancora addosso della violenza subita, la quale crede di essere la vera colpevole per quello che è successo. Si spiega così la paura di perdere i suoi figli, di rimanere sola e il desiderio di adottare un altro bambino che però le viene negato per via della sua età ormai avanzata, dovendosi così “accontentare” delle cure e della compagnia della sua governante e fidata amica Mamacita.
Un’altra sfaccettatura della dinamica madre-figlia viene affrontato in merito alle carriere lavorative delle rispettive figlie. Joan fa fatica a riconoscere il lavoro teatrale della figlia Christina e Bette non si dà pace per le scarse abilità recitative di BD che ha ottenuto un piccolo ruolo nel film Che fine ha fatto Baby Jane?, soprattutto se messe a confronto con le doti di Victor Buono, che interpreta suo marito. Il giovane attore teatrale si rivela agli occhi della Davis come un artista dalle grandi capacità e nasce tra loro una complicità tale da portare Victor a chiederle aiuto in un momento di difficoltà. La Davis prende le parti di sua madre che non vuole accettare un figlio omosessuale e lo tira fuori di galera dopo esser stato sorpreso da una retata in un locale gay. La genuinità e l’ingenuità di Victor, che dice di non saper mentire, spiccano in quella caotica realtà fatta di tradimenti, artificiosità e menzogne, alimentate sempre più dalla vorace giornalista Hedda Hooper che con i suoi articoli continua a seminare bombe nello già delicato rapporto tra la Davis e la Crawford.
Le riprese del film sono finite ma di certo non con toni pacifici, infatti numerose sono state le scaramucce che le due attrici si sono inflitte a vicenda. Nonostante si percepisca un accenno di ammirazione reciproca, seppur molto ben nascosta, la guerra non sembra essere finita e le due continueranno a darsi filo da torcere anche durante l’uscita del film.