Siamo arrivati al dolce amaro finale di Feud con l’ottava puntata You Mean All This Time We Could Have Been Friends?, che chiude questo meraviglioso scorcio sulle due icone cinematografiche, Joan Crawford e Bette Davis. Le due eroine tragiche si sono raccontate come donne, madri, figlie e attrici nel tramonto della loro carriera e della loro vita. Due storie di un certo peso emotivo che si sono incrociate e ci hanno fatto strada nella realtà cinematografica degli anni ’60-‘70.
Dopo una deludente esperienza sul set del film Trog e l’insuccesso del suo libro “My way of life”, Joan capisce che il momento di ritirarsi è arrivato, dovendo fare i conti sia con l’età sia con il cancro che la sta divorando.
In preda ad un’allucinazione causata dalla malattia, Joan Crawford dà il via ad una delle scene più intense della stagione, alla quale prendono parte Hedda Hopper e Jack Warner che, nell’immaginazione delirante dell’attrice, conversano amorevolmente seduti nel suo salotto. Le parole dette a quel tavolo dai tre “amici” sono crudeli e spietate ma di una verità sconvolgente e che raccolgono il senso dell’intera seria. Il mondo del cinema è un mondo che nasconde perennemente dietro ad una facciata sfarzosa e luccicante, le lacrime, la rabbia, il dolore derivati da una guerra infinita per la sopravvivenza. E come ha detto Jack “La gente, quello che ricorda principalmente…Sono le cose buone che abbiamo fatto. Il lavoro, tutta la gioia che gli abbiamo fatto provare. Fidati. Ne sarà valsa la pena per tutte le sofferenze che abbiamo patito”.
Al tavolo poi si aggiunge anche Bette Davis ed è in questa visione onirica che le due fanno pace, facendo ammenda dei torti che si sono inflitte a vicenda. In quel mondo di solitudine, le due donne si somigliavano più di quanto pensassero e solo l’una avrebbe potuto veramente capire cosa passava l’altra.
Una settimana dopo Joan Crawford muore per via della malattia e Bette apprende la notizia da una giornalista che le chiede di rilasciare un commento, anche questa volta risponde in maniera dura ma le immagini rivelano il grande schock che la notizia le ha causato. Agli Academy Award del 1977, al momento dell’In Memoriam, Bette è chiaramente dispiaciuta per la breve apparizione di Joan nella proiezione, un sentimento che l’attrice Joan Blondell esprime con le parole “Questo e’ tutto? Cristo. 50 anni nel mondo dello spettacolo… E le danno due secondi”.
In questa occasione la Davis si ritrova faccia a faccia con il regista del documentario che cerca di convincerla a parteciparvi, ma l’attrice non intende lasciare dichiarazioni in merito: “Non parteciperò’ al suo documentario. Vuole che dica…Delle battute divertenti e irriverenti sulla Crawford. Non lo farò. Era una professionista. Abbiamo fatto un film insieme. Le nostre vite si sono incrociate. Questo è tutto. Non ho altro da aggiungere”. Questo ci mostra il grande rispetto e ammirazione che Bette provava per la collega, una donna e un’attrice dalla professionalità indiscussa e che sicuramente le mancherà.
Giunti alla fine di questo piccolo gioiello televisivo non possiamo che rimanere affascinati dal lavoro svolto da Ryan Murphy che ha avuto il coraggio di proporre un tema profondamente attuale attraverso una storia unica e particolare nel suo genere, e per niente scontata. E’ andato a scavare nel profondo di queste due attrici, non lasciando nulla al caso con perizia di dettagli, soprattutto emotivi, creando due biopics in uno. Non è stato solo un racconto “personale” ma anche una chiave di lettura che affronta di petto e senza giri di parole il retroscena materialista e spregiudicato della sfavillante realtà hollywoodiana.
Probabilmente sentiremo parlare di questa serie ai prossimi Golden Globes, non solo perché Ryan Murphy sembra ormai essere di casa lì, ma perché ad una delle sue stelle, Jessica Lange, se n’è aggiunta un’altra, Susan Sarandon. Entrambe sono state sublimi nelle loro interpretazioni, rese molto credibili non solo grazie al trucco ma soprattutto per merito del grande lavoro di imitazione delle voci, del modo di parlare e dei movimenti.
Ryan Murphy ha voluto chiudere questa storia con un flashback che ci riporta al primo giorno di prove per Baby Jane, dove le due attrici sembrano parlare cordialmente tanto da promettersi l’un l’altra di volersi impegnare a guadagnare da questa esperienza una nuova amica. Nessuno sa quello che è successo davvero tra loro quel giorno visto che Bette Davis si è sempre rifiutata di lasciare dichiarazioni, ma il regista ha voluto omaggiarle con questa scena immaginando che dopotutto sarebbero potute essere grandi amiche.