La metà oscura (George A. Romero, 1993)
Dopo aver collaborato nel film a episodi Creepshow, i due maestri dell’orrore al cinema e su carta George A. Romero e Stephen King si ricongiungono in La metà oscura, basato sull’omonimo romanzo del Re, scritto anch’esso con lo pseudonimo di Richard Bachman. Proprio il concetto di pseudonimo è il vero e proprio motore della vicenda, nonché l’ennesima materializzazione delle più oscure ossessioni di King. La trama verte infatti sulla volontà da parte dello scrittore Thad Beaumont (Timothy Hutton) di eliminare il proprio pseudonimo George Stark, che dopo il suo finto funerale sembra però prendere vita e tormentare il letterato.
Come spesso accaduto nel corso della sua carriera, Romero deve fare nuovamente i conti con pesanti limitazioni in termini di budget e di libertà artistica, ma, anche grazie al sapiente uso di una fotografia dai toni noir, centra un riuscito film di genere, che, seppur privo della consueta riflessione sociale del regista, gioca abilmente sul concetto di doppio, riuscendo ad avvincere e tenere con il fiato sospeso lo spettatore fino all’ultimo minuto di pellicola.