L’allievo (Bryan Singer, 1998)
Dopo il successo de I soliti sospetti, Bryan Singer sceglie un’opera di Stephen King come base per la propria abilità nel mettere in scena thriller dal grande impatto psicologico. Stiamo parlando de L’allievo, basato su un altro racconto della raccolta Stagioni diverse (Un ragazzo sveglio) e interpretato dallo scomparso Brad Renfro e da Sir Ian McKellen, universalmente conosciuto per le sue interpretazioni di Gandalf e Magneto nelle saghe de Il signore degli anelli e X-Men. L’allievo racconta la pericolosa e perversa amicizia instauratasi fra il giovane Todd Bowden, studente interessato a racconti e aneddoti sul nazismo, e Kurt Dussander, ex membro del Terzo Reich che vive negli Stati Uniti sotto il falso nome di Arthur Denker.
Nonostante non abbia avuto un grande successo di pubblico, il film è una visione piacevolmente disturbante, e riesce a rendere su schermo i punti più riusciti del racconto, come la morbosa curiosità del giovane verso gli orrori del passato e la progressiva mutazione degli equilibri e dei rapporti di forza fra anziano e ragazzo.