La zona morta (David Cronenberg, 1983)
Il 1983 è anche l’anno dell’incontro fra il Re dell’incubo e il maestro della messa in scena della mutazione e della contaminazione della carne David Cronenberg. Il risultato è molto più intimo e compassato di quello si potrebbe pensare, ma non per questo meno prezioso. La zona morta traspone fedelmente la triste storia di Johnny Smith, professore risvegliatosi dopo anni di coma scaturiti da un tragico incidente senza più l’amore della propria compagna, ma con il dono tanto importante quanto devastante di prevedere il futuro delle persone con cui entra in contatto. Nel momento in cui Johnny (un sempre efficace Christopher Walken) viene a contatto con il futuro presidente degli Stati Uniti, accorgendosi di avere a che fare con una potenziale minaccia per il mondo intero, si apre per lui un profondo e controverso dilemma morale: accettare il corso della storia o cercare di cambiarlo a ogni costo?
Una pellicola toccante ed evocativa, che lavora al meglio sull’interiorità dei personaggi senza trascurare la forma. Decisamente dimenticabile invece la successiva serie televisiva The Dead Zone, che diluisce in sei stagioni e in puntate autoconclusive una storia già magistralmente sintetizzata sul grande schermo.