Cimitero vivente (Mary Lambert, 1989)
I floridi anni ’80 portano in dono agli appassionati di Stephen King un’altra buona trasposizione di un romanzo del Re, ovvero Cimitero Vivente, basato su Pet Sematary. Libro e film sviluppano in maniera particolarmente sinistra i temi della perdita dei propri cari e della possibilità di ritorno dalla morte, simboleggiati da un antico cimitero indiano capace di riportare i defunti alla vita, rendendoli però una versione più fredda e incattivita dell’originale. Cimitero vivente non riesce sempre a trasporre su pellicola il clima di perenne inquietudine che trasuda il romanzo, ma trova nel piccolo Miko Hughes uno dei bambini più spaventosi mai visti sul grande schermo, capace nonostante la sua giovanissima età di rendere il lato più dolce e candido della sua età ma di trasformarsi al tempo stesso in un piccolo mostro assetato di sangue e di morte.
Un film imperfetto ma decisamente da recuperare, mentre sconsigliamo la visione del pessimo seguito Cimitero vivente 2.