Sposarsi non è mai un passo facile. Certo, se c’è amore tutto è possibile, ma una delle cose più temute è sicuramente il momento nel quale si dovranno conoscere i parenti di lui/lei. E non parliamo solo del terrore nell’essere presentati alla suocera, ma più concretamente della realizzazione che in quel momento quelle persone sconosciute – e che magari non ci piacciono così tanto – diventeranno parte integrante della nostra famiglia. Dopo aver visto Finché morte non ci separi però, rivaluterete certamente la vostra nuova famiglia acquisita e sicuramente non invidierete il matrimonio di Grace con il rampollo dei Le Domas, conosciuti come i re dei giochi da tavolo.
Grace è una splendida ragazza (interpretata dall’australiana Samara Weaving, della quale ci ha colpito la carica e la somiglianza notevole con la Margot Robbie di C’era una volta a Hollywood), innamorata follemente del suo Alex, un bel tomo che ha anche il pregio non da poco di appartenere a una famiglia più che benestante. Alex (Mark O’Brien, visto in 7 sconosciuti a El Royale) negli anni ha però perso i contatti con i suoi, dopo alcuni traumatici eventi che lo avevano visto coinvolto assieme al fratello Daniel (Adam Brody, celebre per The OC ovviamente e recentemente Shazam!) in tenera età. Il suo matrimonio con Grace è però un’ottima occasione per ricongiungersi con i suoi strani parenti e celebrare l’unione, come da tradizione centenaria, nel giardino della villa dei Le Domas. Portando Grace alla casa però le sta tenendo nascosta un’altra tradizione, decisamente più pericolosa, un gioco che porterà la donna a vivere un vero e proprio incubo, ancora vestita con il suo abito da sposa.
Facciamo un gioco?
Da decenni infatti quando un nuovo membro entra a far parte della famiglia, i Le Domas si siedono a un tavolo e scelgono di fare un gioco tutti insieme, estraendone uno a caso da un mazzo di carte contenuto in una misteriosa scatola. All’apparenza si tratta di un’usanza totalmente innocua e anche comprensibile visto il passato della famiglia, ma Finché morte non ci separi nasconde un segreto, segreto che porterà Grace a dover giocare una partita a nascondino decisamente terrificante, nella quale la posta in palio sarà la sua vita. Senza stare a rivelarvi di più sulla sinossi del film, già da questa premessa bizzarra si può intuire come Finché morte non ci separi si riconosca del tutto nella da chi vi scrive molto amata nicchia delle horror comedy, le commedie dark che alternano situazioni ridicole a veri e propri traumi. In questo Finché morte non ci separi ci ha ricordato, anche come tematiche molto simili, il fenomenale Scappa – Get Out di Jordan Peele, con un tocco se vogliamo anche del caro vecchio Scream.
La produzione Fox Searchlight Pictures e Walt Disney Studios (ormai non ci stupiremmo di vederli come produttori anche della pubblicità del parmigiano con i topi parmensi) punta quindi su quell’equilibrio sottile tra spavento, spesso dovuto più a sequenze splatter da slasher movie piuttosto che a un horror di tipo psicologico, e risata, quando i personaggi – abilmente messi in scena da un cast che comprende anche Andie MacDowell – scopriranno che improvvisarsi killer non è certamente facile.
Una risata vi seppellirà. Ah, quello era un altro film?
Finché morte non ci separi, in arrivo al cinema il prossimo 24 ottobre, è una pellicola leggera ma ben realizzata, che riesce comunque a tenere alta la tensione, prima di sapientemente farla crollare quando un personaggio si chiuderà in un bagno a guardare tutorial su come usare una balestra su YouTube. È un film moderno e simpatico che probabilmente non ci ricorderemo tra qualche anno come Quella casa nel bosco, mancando di vera genialità e di una mano autoriale di livello superiore, ma per il momento vale assolutamente il prezzo del biglietto e l’ora e mezza mal contata che gli dedicherete in sala.