Ammettetelo, quando nel 2013 la Marvel ha annunciato la produzione di un film sui Guardiani della Galassia la vostra reazione è stata pressappoco come quella di Djimon Hounsou davanti a Star-Lord.
Nonostante siano comparsi per la prima volta in un albo Marvel nel lontano 1969, non si può certo dire che i Guardiani della Galassia siano mai stati gli eroi di punta della Casa delle Idee. Probabilmente è stato anche grazie alla poca attesa attorno al progetto che Guardiani della Galassia Vol. 1 è risultato il miglior film prodotto dai Marvel Studios, ed in generale uno dei migliori cinecomic realizzati negli ultimi vent’anni. E se lavorare su un sequel non è mai facile, figuratevi con queste premesse.
Il primo capitolo – o meglio, volume – era caratterizzato da una regia pulita e mai invasiva, al servizio dell’azione, degli effetti speciali, ma soprattutto dei personaggi e delle loro motivazioni. Il tutto condito da una cura maniacale per i dettagli, un citazionismo davvero sopraffino e una colonna sonora vintage che ha letteralmente creato una moda – vedi Thor: Ragnarok – con un geniale espediente narrativo.
Guardiani della Galassia Vol. 2 riprende tutti gli elementi che avevano caratterizzato positivamente il primo capitolo, focalizzando l’attenzione sui rapporti interpersonali tra i protagonisti. Se nel Vol. 1 il regista James Gunn aveva introdotto sapientemente i cinque personaggi, facendoli funzionare sia presi singolarmente sia come gruppo, in questo Vol. 2 li analizza nel profondo, facendoci entrare in empatia con ognuno di loro. Gunn ha fatto un lavoro eccellente con gli attori e, grazie ad uno script accurato ed incisivo, ha saputo far evolvere nel corso della storia i diversi personaggi senza farne emergere nella narrazione uno in particolare.
Il tema della famiglia è centrale. Per Gamora, che ritrova dopo le vicende del primo film la sorellastra Nebula (Karen Gillan), con la quale ha un rapporto decisamente instabile, ma soprattutto per Peter Quill (Chris Pratt) che viene a conoscenza dell’identità del suo padre biologico. Avrà un ruolo chiave anche la figura paterna di Peter, Yondu (Michael Rooker), il guerriero Ravager che nel Vol. 1 aveva catalizzato l’attenzione col suo straripante carisma.
Ma “famiglia” non è un concetto di sangue. Chain, keep us together, ripete il ritornello della bellissima canzone dei Fleetwood Mac, utilizzata nel trailer di lancio e che si sente in due momenti diversi del film. E a cosa si può riferire se non ai componenti della vera famiglia di Star-Lord, i suoi compagni: Gamora (Zoe Saldana), Rocket (Bradley Cooper), Drax (Dave Bautista) e Groot (Vin Diesel), in versione baby, sempre al centro di svariate gag, a partire dall’esilarante piano sequenza che lo vede ballare sulle note di Mr. Blue Sky mentre scorrono i titoli di testa.
Guardiani della Galassia Vol. 2 – Trailer italiano
Alzate il volume, stanno per tornare i Guardiani della Galassia!!Marvel presenta il nuovo trailer ufficiale in italiano dell'attesissimo secondo volume che uscirà il 25 aprile 2017 al cinema.#GuardianiDellaGalassiaVol2 #GotGVol2
Pubblicato da Moviesource.it su giovedì 2 marzo 2017
James Gunn rappresenta il vero valore aggiunto del progetto. Il merito va a chi ha creduto in un ragazzone di anni 43, cresciuto alla Troma a pane e splatter: la Marvel ha stravinto questa scommessa. Nei primi 30′ del film Gunn spinge forte su battute al limite del consentito dal PG-13: i produttori gli han concesso qualche libertà in più rispetto al primo volume. Sarà mica per via dei 775 milioni di dollari d’incasso?
Come in Guardiani della Galassia Vol. 1 anche il secondo volume si apre e si chiude con due scene in cui è protagonista un genitore di Peter. Se nel Vol. 1 ci aveva emozionato scoprire il perché il protagonista si faceva chiamare Star-Lord, tenetevi forte perché in questo Vol. 2 Gunn si è davvero superato, confezionando un finale davvero indimenticabile, complice un Awesome Mix Vol. 2 davvero incisivo.
Il più grande merito di James Gunn è senz’altro quello di aver portato originalità in un prodotto su commissione ad alto budget, una cosa sempre più rara nel panorama cinematografico hollywoodiano. Guardiani della Galassia è innovativo per il suo genere, poiché Gunn ha saputo muoversi perfettamente nel poco spazio messo a disposizione dai produttori. Il fatto che questa saga sia stata etichettata come il nuovo Guerre Stellari non è certo perché è ambientata nello spazio o per la palese allusione del rapporto tra Rocket e Groot alle dinamiche tra Chewbecca e Han Solo o tra gli androidi R2-D2 e C-3PO, bensì perché Guardiani della Galassia è probabilmente il miglior risultato ottenibile dal compromesso tra marketing, PG-13 e libertà registica. Un picco raggiunto solo da Guillermo del Toro con Hellboy: The Golden Army e Sam Raimi coi primi due capitoli di Spider-Man.
Nel corso dell’ultimo anno i cinecomic sono stati duramente criticati, rei d’aver mostrato decisi segni di cedimento. L’ultimo grande blockbuster prodotto dai Marvel Studios, Captain America: Civil War, nonostante fosse tecnicamente ineccepibile, grazie a schemi narrativi e stili registici vincenti e ben consolidati, aveva deluso per la mancanza di personalità e originalità. In questo MCU (Monotonous Cinematic Universe) la saga dei Guardiani della Galassia rappresenta una ventata d’aria fresca per il genere, poiché funziona anche al di fuori del tanto decantato Universo Cinematografico Marvel.