Vi è mai capitato di uscire dal cinema dopo una proiezione che vi ha pienamente soddisfatto e dare un giudizio sopra le righe al film che avete appena visto? Se c’è una domanda che tormenta ogni cinecomic-fan sugli splendidi titoli di coda della nuova pellicola targata Marvel Studios è proprio questa: “Homecoming è il miglior film su Spider-Man mai realizzato?”
C’era un tempo in cui la Marvel – già, proprio quella che oggi fa i miliardi proponendo al cinema film con protagonisti alberi e procioni parlanti – bussava alle porte di tutte le case cinematografiche per vendere i propri personaggi. Sembra passato un secolo vero? E invece è l’aprile del 1999 quando Sony acquisisce i diritti di Spider-Man, il personaggio di punta della Casa delle Idee, che al tempo non vedeva l’ora di trovare un regista blasonato che desse credibilità ai propri supereroi su grande schermo. La scelta cadde su Sam Raimi, che realizzò una trilogia composta da un film meraviglioso, un secondo ancora migliore e un terzo totalmente da dimenticare.
Nel 2017, a dieci anni esatti dal deludente di Spider-Man 3, arriva Spider-Man: Homecoming, diretto da Jon Watts, pronto a catapultare Peter Parker nell’universo cinematografico più redditizio di Hollywood: il Marvel Cinematic Universe. Senza tanti giri di parole Homecoming rappresenta l’ennesima scommessa vinta dai Marvel Studios, che pare abbiano trovato la ricetta perfetta per non sbagliare più un film.
E qui torniamo alla domanda iniziale, vediamo di dare una risposta. L’Uomo Ragno di Watts è diversissimo da quello messo in scena da Raimi e le differenze si possono riassumere citando il sempreverde Quentin Tarantino.
In una delle prime scene di Pulp Fiction, Jules Winnfield e Vincent Vega discutono della sensualità di un massaggio ai piedi. Ne scaturisce un divertentissimo dialogo, in cui Vincent paragona il massaggio incriminato al cunnilingus, e Jules risponde con una battuta che riassume perfettamente il pensiero di chi scrive riguardo alle due diverse versioni di Spider-Man: “Non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato, e non è nemmeno lo stesso sport.”
Con questo non si vuole certo denigrare l’una o l’altra versione, che nonostante siano diversissime tra loro sono entrambe molto valide. È però necessario sottolineare un fondamentale principio, e cioè che i due adattamenti sono stati concettualmente pensati e realizzati in maniera totalmente differente. I primi due capitoli di Spider-Man diretti da Raimi hanno infatti qualcosa che il film con protagonista Tom Holland non ha, o meglio, non può avere: il piglio inventivo e autorevole dell’autore.
Homecoming è infatti limitato dal dover sottostare alla serializzazione cinematografica che la Casa delle Idee impone (per sapere cosa succede a chi si ribella, citofonare Edgar Wright o Phil Lord e Chris Miller). Ciò limita notevolmente la creatività di chi dirige e per questo motivo rende in un certo senso minore il film che ne risulta. I migliori cinefumetti sono infatti quelli che sono riusciti a slegarsi dai canoni imposti dal personaggio protagonista.
In Spider-Man e Spider-Man 2, il regista è riuscito a fare qualcosa che i Marvel Studios non gli avrebbero mai permesso: una messa in scena personale che rende il suo Spider-Man unico, memorabile e probabilmente irripetibile. Se lavorare con un soggetto non originale non è mai facile, portare su grande schermo un fumetto così radicato è quasi impossibile: non si possono negare le caratteristiche peculiari del personaggio ed uscire da determinati schemi. Il genio di Raimi è consistito nell’aver saputo conferire un tratto personale ad un personaggio così iconico. Come ad esempio facendo uscire la ragnatela dai polsi del protagonista in modo del tutto naturale, anziché tramite lancia-ragnatele meccanici come nel fumetto.
Oltre a ciò il regista de La Casa ha regalato diverse sequenze indimenticabili. Su tutte la scena del bacio capovolto, diventata subito una vera e propria icona, non solo del genere, ma della storia del Cinema. Quello fra Kirsten Dunst e Tobey Maguire a testa in giù è infatti uno dei baci cinematografici più intensi e originali mai visti su grande schermo.
Oggi è il World Kiss Day, la giornata del bacio. E visto che oggi esce Homecoming, non potevamo non omaggiare Spider-Man con uno dei baci più iconici non solo del genere cinecomics, ma della storia del Cinema. #WorldKissDay #InternationalKissingDay
Pubblicato da MovieSource.it su Giovedì 6 luglio 2017
Come non citare poi la trasformazione di Peter Parker in omaggio a Lucio Fulci o il risveglio del Doctor Octopus in Spider-Man 2, in cui Alfred Molina uccide con i suoi quattro tentacoli artificiali i dottori che lo stanno operando. Una scena horror in tutto e per tutto (con tanto di sega elettrica e unghie sul pavimento) girata in maniera magistrale.
Tra i dottori protagonisti dell’eccidio c’è anche John Landis, autore di capolavori come National Lampoon’s Animal House e The Blues Brothers. A proposito dei film del MCU, Landis ha recentemente dichiarato: “Tutti questi film sembrano intercambiabili. Hai sempre distruzioni di città e grossi effetti speciali che, arrivati ad un certo punto, puoi estrarre una di queste sequenze da un qualsiasi film Marvel per metterle in un’altra pellicola e nessuno se ne accorgerebbe. Sono fatti benissimo, per carità… Ma sono sempre la stessa cosa, ancora e ancora.” Non è un caso che Captain America: Civil War abbia mostrato i primi segni di cedimento e che pellicole come Doctor Strange e lo stesso Homecoming abbiano portato, con nuovi personaggi e nuove storie, una ventata d’aria fresca di cui la Marvel aveva decisamente bisogno.
Homecoming è sicuramente la miglior trasposizione possibile consentita dalle ferree regole imposte dai Marvel Studios. Regole che portano sostanzialmente a non sbagliare un colpo, ma che altresì non permettono di arrivare a quel qualcosa in più capace di rendere un film unico. Oltre ai primi due Spider-Man di Raimi, i cinefumetti meglio realizzati degli ultimi trent’anni sono, in ordine sparso, i Guardiani della Galassia di James Gunn, Hellboy: The Golden Army di Del Toro, Batman Returns di Burton, Il Cavaliere Oscuro di Nolan, Kick-Ass di Matthew Vaughn, Scott Pilgrim vs. the World di Edgar Wright e i primi due capitoli di X-Men di Singer. Tutti film molto diversi tra loro, ma con un minimo comune denominatore: l’autorialità.
Spider-Man trailer World Trade Center
SPIDER-MAN E LE TORRI GEMELLEAvevate mai visto il trailer di Spider-Man realizzato nel 2001? A seguito dell'attentato dell'11 settembre non fu mai pubblicizzato e le scene con protagoniste le Torri Gemelle furono tagliate dal film.
Pubblicato da MovieSource.it su Domenica 16 luglio 2017
A pensarci bene però, anche Sony sapeva farli bene i trailer!