Sono passati parecchi mesi, lo abbiamo atteso, abbiamo imprecato, implorato; ci siamo disperati, abbiamo pianto e ci siamo arrabbiati, ma finalmente il finale di questa terza stagione di How to Get Away with Murder è arrivato. Eppure, ahimè, l’attesa non è stata ripagata.
Per quindici puntate (corredate di un’infinita pausa natalizia) ci si era chiesti prima chi fosse morto in quel maledetto incendio e poi chi fosse stato a uccidere Wes. Perché in How to Get Away with Murder niente accade per caso. Niente è lasciato in sospeso (a parte il motivo per cui lo studente di Annalise abbia affisso quei volantini “killer” per l’università ma vabbè).
Eravamo rimasti a un Connor che cercava di rianimare un Wes ormai privo di vita; la prima impressione avuta di queste ultime due puntate di How to Get Away with Murder è stata, come si direbbe a Roma, di “buttarla in caciara”. Le scelte stilistiche per le quali hanno optato i creatori della serie, sotto il punto di vista della trama, sembrano essere non altro che una scusante per poter continuare con una quarta stagione. Ma proseguiamo con ordine.
I tasselli son tornati al loro posto, un po’ disordinati
Come nelle stagioni precedenti, anche in questa terza seria di How to Get Away with Murder si è voluto affrontare, in ogni puntata, un argomento differente che ha fatto da pilastro principale puntata dopo puntata. Si è passati dai rapporti genitori/figli, alla demenza senile, al disagio delle prigioni fino a giungere a quell’argomento che tutti ci aspettavamo, ma di cui la serie non aveva ancora parlato: il figlio perduto.
Wes è sempre stato visto da Annalise (Viola Davis) come quel figlio che lei aveva perso molti anni prima, una specie di rimpiazzo. Da una parte, Annalise si sentiva obbligata a proteggere Wes e a tenerlo per mano perché si sentiva responsabile del suicidio della madre, dall’altra, avendo perso un figlio sempre a causa dei Mahoney, dentro di lei aveva provato a sostituirlo con quel giovane ragazzo spiantato e dal cuore d’oro. Ma, prima dell’ultima puntata non lo aveva mai ammesso, neanche a se stessa.
Ed è anche per questo motivo che i tasselli tornano al loro posto, ancora una volta, il gruppo di criminal ehm… avvocati, si ritrova costretto a mettere alla prova le loro relazioni interpersonali. Il delirio viene scatenato dalla confessione di Connor, che ammette di essersi trovato a casa di Annalise poco prima che l’incendio scoppiasse e di aver trovato il corpo di Wes esamine. Aveva provato a rianimarlo, ma senza successo; una volta sentita la puzza di gas, non gli è venuto in mente di caricarsi il corpo dell’amico sulle spalle e ha deciso di darsela a gambe senza pensarci due volte.
La cosa sconvolgente di questa importante confessione è il fatto che al giovane Connor non sia venuto in mente di confessare prima di tutto il delirio accaduto, che egli si trovava lì e sapeva che Wes era già morto. Probabilmente avrebbe risparmiato un sacco di rogne a moltissima gente. Ma tralasciando questa dubbia scelta di trama passiamo ad analizzare i fatti.
Dopo la confessione di Connor, lasciando perdere le crisi isteriche di Laurel, Annalise decide di credergli nonostante lui continui ad accusarla di aver ucciso Wes. In questo caso ci ritroviamo davanti a una grande prova di recitazione da parte di Viola Davis che ancora una volta si dimostra non solo all’altezza del suo ruolo, ma una spanna sopra gli altri attori che non possono far altro che rabbrividire di fronte a tale bravura.
Ebbene, risparmiando gli spoiler, nessuno si sarebbe mai aspettato chi fosse il vero mandante dell’omicidio di Wes, del quale le motivazioni rimangono ancora un mistero per tutti noi. Dall’altra parte il comportamento del capo procuratore rimane ambiguo, non possiamo credere che egli abbia infranto un milione di leggi soltanto per la voglia di incastrare quell’avvocatessa che gli aveva dato tanto filo da torcere.
Non molto soddisfatti
Nonostante lo sviluppo della serie era proseguito, con alcuni passi falsi, in maniera abbastanza lineare, con questo finale di stagione i creatori hanno deciso di lasciare i propri spettatori sulle spine. Perché per i protagonisti il caso sembra ormai essere risolto, chi doveva essere salvato è stato salvato e chi doveva essere punito l’ha fatta franca. Però, la sensazione che suscitano queste due puntate finali è di una frettolosa e poco curata decisione di lasciare spazio a una quarta stagione quando, con la morte di uno dei protagonisti, avrebbero tranquillamente potuto farla finire qui. E invece no. Questo porta la maggior parte dei fan della serie a porsi alcune domande di rilievo: How to Get Away with Murder rimarrà com’era prima? Che cosa cambierà? Ebbene, la risposta alla prima domanda è un certamente no. No perché Wes era il protagonista e no perché a questo punto o faranno spuntare fuori un nuovo personaggio, che risulterà poco gradito a tutti coloro che si sono affezionati ai vecchi protagonisti, oppure lasceranno quell’enorme vuoto che soltanto Wes poteva colmare.
Sotto il punto di vista tecnico la serie eccelle nella realizzazione dei vari climax puntata per puntata, con il tipico montaggio alternato che caratterizza How to Get Away with Murder e una colonna sonora che non delude mai suscitando nello spettatore quelle emozioni di amarezza e impotenza tipiche della serie Shondiana. A coronare il tutto bisogna senza ombra di dubbio elogiare ancora una volta la recitazione di Viola Davis (Annalise) che rimane l’unico pilastro della serie e non delude mai, ma proprio mai. Dopotutto è candidata all’oscar come miglior attrice non protagonista per il film Barriere. Dall’altro lato non ce la sentiamo di sminuire gli altri attori, anche perché nonostante non siano al livello della Davis bisogna comunque ammettere che si sanno muovere benissimo nei loro ruoli, soprattutto Liza Well (Bonnie) e Karla Souza (Laurel) che non hanno mai fatto un passo falso sotto il punto di vista dell’interpretazione.
Questa terza serie di How to Get Away with Murder avrebbe sicuramente potuto aspirare a un voto molto più alto se avesse avuto un finale di stagione in linea con il resto delle puntate, purtroppo una pecca sotto il punto di vista della trama c’è stata e non può rimanere impunita. Il colpo di scena è sicuramente stato sviluppato bene e senza ombra di dubbio nessuno se lo sarebbe aspettato, ma sembra che i creatori siano più concentrati sul “adesso prendo qualcuno che non si aspetterebbero mai” che su uno sviluppo di trama coerente e che possa dare una certa soddisfazione allo spettatore. Peccato.