I, Tonya è un film diretto da Craig Gillespie, con Margot Robbie, Sebastian Stan e Allison Janney. Ha ottenuto tre candidature agli Oscar 2018 per la migliore attrice protagonista, per la migliore attrice non protagonista e per il miglior montaggio, mentre è stato insignito del Golden Globe alla migliore attrice non protagonista, Allison Janney.
I,Tonya è un biopic incentrato sulla pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, la prima donna americana a completare un triplo axel in una gara di pattinaggio, e anche protagonista di uno dei più grandi scandali sportivi nella storia degli Stati Uniti. Il film si concentra sulla vita di questa atleta, narrando il difficile e tempestoso rapporto con la madre, LaVona, e con il marito Jeff, uomo instabile e violento, mandante dell’aggressione a Nancy Kerrigan, nemica su ghiaccio di Tonya. La Harding si distinse durante i campionati statunitensi del 1991, ma non riuscì mai a vincere, il suo talento non fu mai riconosciuto a causa del suo temperamento, del suo aspetto, dei suoi modi disadorni, e dopo lo scandalo che implicò la sua collega fu costretta a ritirarsi, consacrando la sua figura come una delle più controverse e discusse dello sport americano.
Diretto in modo energico da Craig Gillespie, I, Tonya traccia l’ascesa durissima e la calamitosa caduta della discussa e ribelle pattinatrice, interpretata magistralmente da Margot Robbie. Prendendo la forma di un finto documentario, che oscilla in modo disordinato tra la commedia e tragedia, I, Tonya afferma che è «tratto da interviste assolutamente vere, totalmente contraddittorie e prive di qualsiasi ironia con Tonya Harding e Jeff Gillooly», e così, dalle loro angolazioni separate, Tonya e Jeff (Sebastian Stan), forniscono resoconti, a volte vividamente contrastanti, di ciò che è accaduto in passato. Jeff è l’ex marito di Tonya e offre il suo punto di vista, parlando direttamente alla telecamera, come Tonya che, separatamente, dialoga e racconta la sua storia fumando una sigaretta dopo l’altra.
La Harding parla dei suoi fallimenti e dei suoi trionfi, fin dall’inizio, riavvolgendo il nastro narrativo e partendo da quando la madre, LaVona la portò al suo primo corso di pattinaggio. Erano i primi anni ’70 quando lei era solo una bambina dell’Oregon, l’unica figlia di una coppia infelicemente sposata, cresciuta da una madre dispotica e polare come una lastra di ghiaccio (una Allison Janney superlativa). LaVona era tutt’altro che l’esempio della madre sensibile e amorevole, anzi spesso maltrattò la figlia, fisicamente e psicologicamente, credendo di rinvigorirla e donarle un carattere competitivo. Tonya ben presto scappò via di casa, cascando tra le braccia di Jeff, che tanto diverso dalla madre non era, credendo, erroneamente, che quelle violenze celassero un amore contraddittorio.
I, Tonya: l’ascesa e la caduta della discussa e ribelle pattinatrice
Tonya frequentò le lezioni e partecipò alle gare di pattinaggio, rivelandosi un prodigio e riuscendo a farsi strada nel mondo dello sport, nonostante lo snobismo e il disagio visibile dei giudici e dell’establishment sportivo, che preferivano la femminilità frou frou alla competizione reale. I giudici volevano delle principesse che danzavano sul ghiaccio, non atlete spigolose come Tonya. Tonya non riusciva ad incontrare i favori dei giudici e del pubblico per la sua apparenza, per il suo carattere esplosivo. Non era l’esempio classico di fidanzatina d’America: non era graziosa, né elegante, ma era vulcanica, sboccata, vestiva per necessità abiti di seconda mano, con colori forti, che cuciva da sola, sceglieva spesso musiche poco idonee per esibirsi, e tutto questo i giudici non glielo perdonarono. Il mondo snob del pattinaggio artistico non la premiò mai, non le conferì il suo giusto valore.
I, Tonya è un film determinato da un montaggio selvaggio, che alterna interviste, discorsi in camera, ad una narrazione quasi da documentario, in cui Tonya è una bambina, e poi una donna, ossessionata dal pattinaggio. Margot Robbie interpreta il ruolo con vigore e intensità, dando una performance fuori misura che si adatta alla vastità del film e alle superfici appariscenti. Nonostante il trucco e alcuni tagli di capelli tragici, Margot Robbie è credibile e dinamica, affiancata da Allison Janney, in odore di Oscar, che riesce quasi a superare in espressività la prova attoriale dell’attrice australiana.
“Gli americani vogliono qualcuno da amare e poi vogliono qualcuno da odiare, in modo semplice”
In I, Tonya tutti i personaggi principali sono chiamati a ricordare: l’incidente, l’ascesa, il declino, le sconfitte, le accuse, gli abusi. La pellicola è inframezzata dai ricordi, narrati direttamente da Jeff, Tonya e LaVona, che si raccontano, ognuno con la propria verità, e si percepisce il tono da mockumentary, in cui pezzi di vita vengono spolverati dopo anni. Dall’incidente, in cui Nancy Kerrigan, una delle stelle del pattinaggio americano, fu attaccata brutalmente, con lo scopo di estrometterla dai campionati nazionali del 1994 e dalle Olimpiadi di Lillehammer in Norvegia. E poi le indagini, il processo che ne seguì, che costrinse la pattinatrice a chiudere la sua carriera sportiva per un così evidente e fragoroso scandalo, e che la rese facile bersaglio dell’odio dell’opinione pubblica.
Tonya non ebbe possibilità di replica e ciò nel film è ben visibile. Fu colpevole solo del fatto che era povera, una ragazzina cresciuta in una roulotte, che abbandonò la scuola. Poteva aver avuto un ruolo reale nell’aggressione alla Kerrigan, ma la triste verità è che la Harding era già stata dichiarata colpevole per il solo fatto di essere quella che era. La stessa Tonya nel film afferma che: “Ognuno ha la sua verità”. Un’affermazione che è il principio guida del film.
I,Tonya: la critica alla società e ai media americani
Si potrebbe scrivere un trattato sulla percezione dei corpi femminili nella società americana (e non), corpi ancorati al disprezzo che i giornalisti vomitavano su di lei, specialmente dopo l’incidente, quando la chiamavano “spazzatura bianca”. Tonya a quel tempo aveva 23 anni. In questo I,Tonya diventa altro, uno specchio della nostra società, che mastica le donne e le sputa. “Gli americani vogliono qualcuno da amare e poi vogliono qualcuno da odiare, in modo semplice”: Tonya non fu mai giudicata per la sua bravura e divenne lo spauracchio dei talk show. Ma fu molto di più di questo e la pellicola rende giustizia a questa figura titanica dello sport americano, vessata e costretta all’oblio, che adesso torna a scontrarsi con un plebiscito diverso, si spera anche migliore.