Come vi comportereste se foste testimoni di un evento che facesse vacillare ogni vostra certezza? Come reagireste di fronte all’inesplicabile? Le vostre convinzioni sarebbero abbastanza forti? È questa la domanda alla base de Il Miracolo, serie tv scritta e co-diretta da Niccolò Ammaniti. La nuova produzione originale Sky va a posizionarsi nel contesto di prodotti freschi ed innovativi.
Un nucleo delle forze speciali è finalmente arrivato al covo del boss della ‘ndrangheta. Appena dopo l’arresto, gli agenti, però fanno una scoperta che li sconvolgerà: il boss è in possesso di una statua della Madonna che lacrima sangue. La scoperta viene subito circoscritta ad un numero riservato di persone: il generale Votta, l’equipe di scienziati che esaminerà il reperto ed il primo ministro Fabrizio Pietromarchi. La riservatezza è d’obbligo, il caos derivante da questa scoperta è inimmaginabile. A guidare le ricerche sarà Sandra, donna determinata, ma con un fardello da portare, che potrebbe oscurarne il giudizio. Nel frattempo, alle loro storie si intrecciano i destini di Marcello, un sacerdote che ha smarrito la fede e vive la sua vita lascivamente, Clelia, sua amica di lunga data e Sole Pietromarchi, first lady atipica.
È difficile riportare questi due episodi all’interno di una categoria televisiva. Fin da subito assistiamo ad una commistione di generi che ha il misticismo della scoperta come filo conduttore. Niccolò Ammaniti si fa uno e trino per questa serie, curandone sceneggiatura, ruolo di showrunner e si permette di esordire alla regia. Non è stato solo in questo compito, ad aiutarlo i più navigati Francesco Munzi e Lucio Pellegrino.
Una bolgia dantesca nei palazzi romani
I primi due episodi de Il Miracolo scorrono veloci, con una storia accattivante e particolare. La premessa atipica è un deus ex machina che scatena reazioni e relazioni complicate. Un Primo Ministro sull’orlo di un referendum e la sua tempestosa moglie. Una scienziata alle prese con l’impossibile. Fede e credenze che si palesano. Il team creativo affronta, però, il tema religioso con grande sensibilità: in questi primi due episodi si evince un sincero rispetto per la tematica. Ammaniti stesso ha ammesso di essersi consultato con figure credenti per non risultare offensivo, e così è stato.
Molti i personaggi introdotti in questi 80 minuti, alcuni dei quali sono certamente più riusciti di altri. Tra questi spicca senza ombra di dubbio Padre Marcello, interpretato da un ispiratissimo Tommaso Ragno. L’attore si è soffermato su quanta cura e devozione abbia profuso per portare sullo schermo un personaggio reale e non macchiettistico ed il risultato è sorprendente. Una figura dalle enormi contraddizioni con un passato che lo insegue per tormentarlo. Una figura tangibile, dannatamente umano e umanamente dannato. Dice di apprezzare la resurrezione di Lazzaro ed è credibile aspettarsi altrettanto da lui.
Il resto del cast fa la sua parte, con Alba Rohrwacher che rende giustizia a Sandra, ematologa folgorata sulla via di Damasco, che abbandona ogni sua certezza. Il primo ministro è un granitico Guido Caprino, un novello San Tommaso, che ha bisogno di vedere per credere, non rinunciando alle proprie perplessità. Segue la serafica Sole Pietromarchi, interpretata da Elena Lietti, animo ingabbiato e tormentato. Non la classica First Lady.
A completare la rosa troviamo Clelia, occhialuta “persecutrice” di Marcello e Votta, risoluto generale, con a cuore il proprio paese e la propria anima.
Tecnica e Qualità
Se alcune interpretazioni non convincono pienamente, il comparto tecnico della serie è invidiabile. La fotografia della serie è pulita, asciutta, ma immediatamente riconoscibile.
La sceneggiatura è scorrevole, con pochi artifizi, ma efficace. I dialoghi risultano quasi sempre credibili.
A spiccare, però, è la colonna sonora: Jimmy Fontana, Umberto Tozzi, Murcof… Niccolò Ammaniti ha fatto subito presente alla produzione che non avrebbe badato a spese per la colonna sonora e bisogna ringraziarlo. Ogni scena ha il giusto tappeto musicale e tra sigla e chicche in scena, potremmo già esser soddisfatti con questi due episodi, ma il regista promette altre sorprese.
Una cosa è certa: Il Miracolo è un prodotto interessantissimo. La speranza è che i prossimi episodi non si discostino dalla linea intrapresa finora, perché le premesse per una buona serie ci sono. Non mancano i difetti, con passaggi a vuoti, qualche ridondanza e personaggi non particolarmente interessanti, ma la perfezione non è di questo mondo.
I primi due episodi de Il Miracolo andranno in onda l’8 Maggio 2018 alle 21.15 su Sky Atlantic.