Riportiamo qui, nel caso ve lo foste perso, il discorso più applaudito del Dolby Theatre di Los Angeles, quello fatto da Frances McDormand in occasione della sua premiazione per il ruolo di miglior attrice protagonista in Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Salita sul palco in preda all’iperventilazione (e a una risatina nervosa), Frances McDormand ne è scesa tra gli applausi e la standing ovation di tutto il pubblico femminile. Impossibile rifiutarle l’ovazione dopo le parole del suo speech:
Traduzione: “[…] E adesso vorrei cambiare prospettiva. Posso essere così onorata da vedere in piedi, davanti a me, in questa sala, tutte le donne candidate di stasera? Le attrici – Maryl se lo farai tu, lo faranno tutte, forza! – le registe, le protagoniste, le produttrici, le direttrici, le scrittrici, le compositrici, le designers? Su, Avanti! Ok guardatevi intorno, signore e signori, perchè tutte noi abbiamo storie da raccontare e progetti che necessitano di essere finanziati. Non parlatecene alla festa di stasera; invitateci nei vostri uffici fra un paio di giorni (o potete venire voi nei nostri – come preferite) e vi diremo tutto. Ho due parole con cui voglio lasciarvi, signore e signori: inclusion raider.“
Ma che cosa significa Inclusion rider? Il termine indica una clausola facoltativa che ogni attore può decidere di sottoscrivere al momento del contratto d’assunzione in una équipe cinematografica. In questo modo la casa di produzione si assume il dovere di garantire una equa distribuzione dei ruoli attoriali fra uomini, donne, disabili, stranieri, etc. Insomma, una clausola che inneggia al rispetto e all’inclusione. E quale momento più felice per ricordarla? Proprio mentre la scena cinematografica hollywoodiana è sfiancata dal peso dell’inchiesta Weistein, queste parole sembrano parlare più forte di qualsiasi look total black – quello imposto alle Star in occasione dei Golden Globe per la polemica antimolestie.