No, non stiamo per parlare di un film iper egoista dalle intenzioni narcisiste, Io è un film Netflix del 2019 di Jonathan Helpert. Il film, prodotto da Mandalay Pictures e rilasciato il 18 gennaio scorso, è una pellicola post-apocalittica (come Bird box), in cui la terra ha iniziato cambiare atmosfera e l’umanità a morire. Nel cast troviamo la protagonista Margaret Qualley (decente nelle intenzioni) che vuole rimanere sulla terra, benché buona parte degli umani stia partendo per un pianeta più sicuro. Per ora, la maggior parte degli uomini si è messa in salvo sulla luna di Giove Io, da qui il nome del film, sulla quale sta studiando come portare energia sufficiente sulla Terra per far partire gli ultimi lanci spaziali Exodus.
Dovere
Il film ha le classiche intenzioni di un qualsiasi Io sono Leggenda, ma al femminile e con un enorme senso del dovere. Sam (la protagonista) rimane sulla terra, lei crede che il lavoro svolto da suo padre (un sempiterno Danny Huston), sulla genetica e l’evoluzione possa aiutarla a far evolvere l’uomo a questo nuovo tipo di natura terrestre. Oltre a ciò, le cose si complicano quando Micah (un tranquillo Anthony Mackie), cerca aiuto da suo padre. Le loro vite si intrecciano e tra l’egoismo di Sam che vuole rimanere a tutti i costi sulla terra e l’orgoglio Micah che vuole aggiustare la sua mongolfiera per partire, inizia un turpiloquio spropositato di momenti inutili. Sentimenti e amore perché loro ‘Devono‘, (parole testuali del film “dobbiamo“) baciarci, dobbiamo accoppiarci…ma perché? È sul copione! Aggiungeremmo.
Mitologia
Già dal titolo notiamo un riferimento alla mitologia, ovvero Io la sacerdotessa sedotta da Zeus nelle epopee greche. Ma, oltre a ciò, nel film vengono affrontati, male e quasi casualmente, argomenti come il mito Androgino (eloborato da Platone sulle parole di Aristofane nel Simposio) per spiegare l’amore e il bisogno d’affetto reciproco. Ancora, il mito di Leda, madre dei Dioscuri ed Elettra e Clitemnestra. Tutti questi riferimenti mitologici, sono funzionali solo ai fini di una giustificazione parziale delle intenzioni della protagonista. Tutto il resto di cui potremmo parlare, in riferimento a Leda è uno spoiler.
Noia
Il film non ha una regia particolare, né tantomeno una fotografia degna di nota. Si possono lodare, la scenografia abbastanza suggestiva (ma comunque da annoverare tra quelle viste e straviste) e un poco, le intenzioni finali e nobili del film. Tuttavia, i ritmi lenti dei protagonisti sia nei dialoghi sia nelle azioni, se ci sono, trasmettono un senso di noia che pervade lo spettatore facendogli distogliere lo sguardo non poche volte. Ci sono anche piccoli risvolti ogni tanto, azioni che mettono in difficoltà i protagonisti, tuttavia dimenticabili dopo pochi secondi. Il film muore con l’umanità e non offre empatia.
L’arte ci salverà?
La nostra protagonista ha qualcosa dentro di sé che le suggerisce che la Terra e il genere umano, non moriranno, ma si evolveranno in qualcosa di nuovo. Un po’ come la pittura e la scultura, la nostra coscienza è immortale, rimane immutata. Sam viene folgorata dalle opere d’arte rimaste, dalle poesie e dai dipinti. Il suo senso di appartenenza a tutto ciò, la rende una terrestre radicale che crede nella speranza. L’ultima testimonianza del passaggio terrestre sulla Terra, saranno le opere d’arte, ma senza nessuno a raccontarlo. Anche questa idea permea nel film, ma priva di una giustificazione di fondo che la colleghi alla protagonista.
Idea (non) originale
L’idea del film non sarebbe stata disastrosa e ripetitiva se avesse offerto spunti interessanti nella trama. Siamo sempre sul punto di vista di Sam, non abbandoniamo mai la Terra se non con il telescopio per osservare Io. Questo, ci costringe a rimanere con i piedi per terra e affrontare i problemi con i due protagonisti. Problemi nei quali o non c’è risoluzione o, se c’è, Sam si rifiuta di attuarla. Un’ipotesi interessante sarebbe stata vedere come si comportavano gli uomini su Io, seguire le vicende di Elon, pen-friend della protagonista, dalla luna di Giove. Insomma, avere scorci di realtà alternative. Invece, il film, che sembra ad alto budget con un buon cast ed effetti visivi, in realtà non lo è e punta tutto al risparmio, offrendoci risvolti banali e scontati. Ci dà l’illusione di solitudine e desolazione ma non arriva mai al sentimento che pretende di trasmettere.