Messico, 1673. Una donna apparentemente felice ride con i suoi due figli e il marito, facendo giravolte tra i campi assolati del suo velo da sposa vestita. Los Angeles, 1973. La stessa donna si aggira per la periferia californiana infestando case e rapendo e affogando bambini di altri. Qualcosa in questi trecento anni per quella che le leggende popolari chiamano “La Llorona” deve essere andato storto, e a farne le spese in questo nuovo film horror è la famiglia della povera Anna Garcia (Linda Cardellini, già vista recentemente in Green Book e prima in Avengers: Age of Ultron).
La Llorona – Le Lacrime del Male, film d’esordio in cabina di regia di Michael Chaves, racconta la storia di questa leggenda messicana che narra di una donna che, tradita dal marito e presa da un raptus omicida e di vendetta verso il partner, avrebbe affogato i suoi due pargoletti in un fiume, prima di togliersi la vita piangendo dopo aver realizzato l’efferato crimine commesso. Un male così profondo tale da riecheggiare nei secoli, fino a raggiungere gli anni ’70 ed entrare in contatto con i protagonisti di questo film in circostanze quasi casuali. Patricia Velásquez (La Mummia, Arrested Development) è infatti la madre di due bambini ed è sospettata di abusi proprio sulla propria prole. Una volta arrivata alla sua casa, l’assistente sociale Anna giunge alla apparentemente ovvia conclusione che sì, è proprio la donna a ferire e rinchiudere i figli, e decide perciò di affidarli a una missione cattolica, non sapendo però che proprio così farà il gioco dello spirito maligno che perseguitava la famiglia…
Dalla crystal meth agli esorcismi, il passo è breve (?)
In quello che è il sesto film incluso nel bizzarro – e spaventoso – The Conjuring Universe prodotto da James Wan (assieme alle serie di Annabelle, The Nun e ovviamente The Conjuring), La Llorona si dimostra un film horror molto prevedibile e adagiato nei canoni del genere, aiutato da una buonissima fotografia e prestazioni attoriali, ma allo stesso tempo “imbastardito” da cliché e i soliti jump scares classici degli horror di secondo livello. Anche l’appartenenza forzata a questo filone di “spiriti vs la chiesa” imposta dall’universo cinematografico appena citato (ben diverso da quello Marvel, che nei prossimi giorni vedrà il suo climax) dà al film uno sviluppo che sa assolutamente di già visto e con poche sorprese.
Una delle quali è però il personaggio del “curandero” portato su schermo da Raymond Cruz (il temibile Tuco di Breaking Bad), facente funzione di sostituto dei Warren (la famiglia di esorcisti di The Conjuring) nel ruolo di esperto dell’aldilà e alleato dei figli della protagonista, entrati nelle mire dello spirito maligno. Fa davvero specie vedere Cruz in un ruolo positivo, così agli antipodi dal personaggio anche apparso in Better Call Saul che lo ha reso celebre: qui interpreta un uomo rude ma dall’animo buono e anche in grado di portare quei pochi – ma apprezzati – momenti leggeri e divertenti nella produzione New Line Cinema.
Piange La Llorona, ma noi certo non ridiamo
Dopo un inizio promettente infatti, con quel sapore “latino” a donare un’apparente originalità al progetto, La Llorona – Le Lacrime del Male si rifugia molto presto nel classico canovaccio ereditato da L’Esorcista: una famiglia in una casa affronta una presenza maligna con l’aiuto di una persona vicina alla religione. Negli ultimi periodi abbiamo visto il genere horror affrontare temi come le Escape Room (nell’omonimo film recentemente recensito), oppure osare con il bellissimo Noi di Jordan Peele, senza dimenticare i prossimi e attesissimi adattamenti da Stephen King come It – Capitolo 2 e Pet Sematary. In questo scenario, la produzione di Wan sbianca (come il velo della Llorona) decisamente in comparazione.
Alla fine della fiera però, la domanda che spesso ci si pone per giudicare un film horror è quella fatidica: “Ma fa paura?”. La risposta sfortunatamente è no, in quanto a parte un paio di scene molto ben realizzate (citiamo in particolare quella nella prima mezz’ora di film con i bambini nell’automobile o quella della ragazzina con l’ombrello), La Llorona – Le Lacrime del Male può spaventare solo le persone davvero poco avvezze al genere o ancora molto sensibili ai classici jump scares. Durante il film non aiuta l’immersione il fatto che l’origine del poltergeist in questione venga molto umanizzata e che la stessa Llorona – in una maniera non molto coerente – sembri sottostare ad alcune regole fisiche del mondo in cui viviamo (se la porta è chiusa, non riesce a entrare, per fare un esempio!), togliendo anche in parte quell’inquietudine da ignoto e sovrannaturale che tanto può angosciare in produzioni di questo tipo.