Non più tardi di due anni fa, si pensava che la 74esima edizione del Festival di Venezia sarebbe stata unica e irripetibile. La vittoria de La Forma dell’Acqua, scritto e diretto da Guillermo del Toro, aveva segnato un punto zero nella storia di una manifestazione che non aveva mai assegnato il massimo riconoscimento ad un fantasy ma, al contrario, era solita premiare film poco commerciali. Andando a ritroso, il Leone d’Oro era stato assegnato nel 2016 al filippino The Woman Who Left, nel 2015 al venezuelano Desde Allá (2015), e nel 2014 allo svedese Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza. Per trovare un film vincitore accessibile al grande pubblico bisogna tornare al 2008, quando a trionfare fu The Wrestler. Ma torniamo ad oggi, anzi a sabato sera. A due anni dal trionfo di del Toro, è accaduto qualcosa di ancor più stupefacente: il Leone d’Oro è stato vinto da Joker. Nessun altro cinecomic aveva mai portato a casa un riconoscimento così importante.
Se la vittoria de La Forma dell’Acqua era stata accolta con positività, perché era l’esaltazione di un’idea di cinema, di uno stile e di una poetica che il regista messicano portava avanti da sempre, il trionfo di un cinecomic porterà sicuramente più di una polemica: non è certo un mistero la diatriba tra chi ama questo genere di film e chi lo considera “cinema minore”.
Il Festival di Venezia è morto, viva il Festival di Venezia
Storicamente, il Festival di Venezia dava risalto a pellicole di nicchia e forte stampo autoriale. Tuttavia, da quando Alberto Barbera è subentrato a Marco Müller come direttore artistico, la Mostra ha iniziato a mettere in concorso film più commerciali, come Gravity, Arrival e La La Land. Appuntata la considerazione, nessuno si aspettava un così alto riconoscimento artistico a un cinecomic da una rassegna europea.
Se Venezia guarda a Hollywood, è forse perché Hollywood per prima ha guardato Venezia. Negli ultimi due anni, i protagonisti indiscussi della notte degli Oscar sono stati proprio i vincitori del Leone d’Oro: La Forma dell’Acqua (che ha fatto doppietta) e Roma (che ha ceduto al fotofinish a Green Book lo scorso gennaio).
La rivincita dei Cinecomic, la rivincita della DC
Il DCEU (DC Extended Universe) è stato, da un punto di vista tecnico-artistico, un fallimento colossale. Da quando la DC si è messa in competizione con i Marvel Studios senza sviluppare un Universo coi propri tempi, non è riuscita a sviluppare nulla di cinematograficamente accettabile. Negli ultimi mesi poi, lo strapotere Marvel ha raggiunto il suo apice con Avengers: Endgame, il miglior incasso della storia del cinema. Ma come in una gara di scherma, nel miglior momento degli avversari, la DC è riuscita a segnare una stoccata non indifferente, che potrebbe darle una spinta considerevole alla propria autostima.
Solo il tempo ci dirà quali benefici porterà questo Leone d’Oro alla DC, ma di certo c’è che la strada da percorrere era chiara anche prima dell’arrivo dell’MCU. Il mondo DC è quello più legato agli autori e alle evoluzioni del genere cinecomic al cinema: è quindi sul pedale dell’autorialità che deve spingere nei progetti futuri, non su quello colorato e macchiettistico che caratterizza i film della concorrenza.